Catalogo Cortese
Vino bianco fresco e fruttato, il Cortese di Cascina Carlòt vinifica in acciaio e sosta sui propri lieviti per 4 mesi prima della messa in bottiglia. Ottimo vino da aperitivo o abbinato ad antipasti di pesce e pranzi leggeri.
Vino bianco da sole uve Cortese dal color giallo paglierino. Elegante e fresco, ha un profumo delicatamente fruttato, floreale e con piacevoli note minerali. Il sorso è delicatamente sapido e dalla beva estremamente piacevole ed immediata.
“Erpacrife” è uno Spumante Metodo Classico dal bouquet intenso e originale, da gustare con antipasti e sfiziosi finger food. È un ottimo alleato per le occasioni informali, come apericene e serate in compagnia di amici e famigliari.
Vino bianco di color giallo paglierino con riflessi oro. Le uve Cortese usate in purezza affinano per un breve periodo sui lieviti per conferire maggiore struttura e forza al vino. Al naso si percepiscono note classiche di fiori e frutta matura, a cui seguono intensi sentori minerali. Il sorso è fresco, strutturato e con un finale lungo e sapido.
Il Gavi Riserva D.O.C.G. della cantina La Raia è un vino bianco dal colore giallo paglierino intenso. Il profumo è delicato ma ricco di aromi floreali, mentre il sapore è secco e armonico con un finale lungo e avvolgente. Prodotto con metodo Biodinamico.
Vino bianco delicatamente frizzante dagli intensi profumi floreali dai quali emergono note di mimosa e di tiglio. Al palato si percepisce un’acidità delicata, che dona freschezza all’insieme. Principessa Gavia Gavi DOCG Banfi nasce da uve Cortese di Gavi, un vitigno della grande tradizione storica del basso Piemonte.
Il Cortese è uno dei vitigni a bacca bianca più importanti del Piemonte. Elegante e leggero, rivestiva il ruolo di bacca di corte in epoca rinascimentale. Da allora, dopo un periodo di oblio, la sua fama è cresciuta inarrestabile fino a diventare il protagonista assoluto di vini raffinati ma caratterizzati da un carattere energico e vivace.
Storia del Cortese
La ricerca documentale che ci permette di risalire alle origini dei vitigni può sembrare a prima vista noiosa. In realtà spesso nasconde notizie sorprendenti, svela piccole realtà locali assolutamente inedite e curiose, come nel caso del Cortese. La prima traccia dell'esistenza di questa uva la ritroviamo in una lettera del fattore del Castello di Montaldeo al marchese Doria, epistola nella quale l'uomo faceva un chiaro riferimento a "impiantamenti di viti tutte di cortese". Siamo nel 1659. Già da qualche tempo il Cortese era stata nominata bacca di corte per il suo carattere altero, quasi aristocratico. Qualche anno più tardi la presenza del vitigno in zona viene confermata dal vicedirettore della Società Agraria di Torino, il quale lo cita nelle pubblicazioni ampelografiche del 1798 mentre nella seconda metà dell'Ottocento il marchese di Cambiaso crea i primi grandi impianti dove viene allevato soltanto il Cortese.
Siamo arrivati ai primi anni del secolo scorso. L'epidemia di filossera che mise in ginocchio le viti colpì duramente anche il nostro vitigno fino a farlo cadere nell'oblio. Negli anni '50 Mario Soldati, grande giornalista italiano, fu il fautore della sua riscoperta. In questo periodo è il Cortese coltivato a Gavi, splendida cittadina fortificata in provincia di Alessandria, il più raffinato e resistente tanto da fregiarsi nel 1974 della Denominazione di Origine Controllata e nel 1998 della DOCG.
Aree di coltivazione del vitigno Cortese
Il Cortese nasce sulle colline di Alessandria, nella zona di Tortona. Oggi si coltiva a Gavi, lungo la sponda destra del Tanaro, in provincia di Asti, e sulle colline che vanno da Ovada e Acqui Terme fino a Nizza Monferrato. Numerosi vigneti sono presenti anche nel Veneto occidentale e nell'Oltrepò Pavese. Qualche timido vigneto si trova in altre zone d'Italia e negli Stati Uniti.
Caratteristiche del territorio dove è coltivata l'uva Cortese
Il Cortese cresce bene su qualunque tipo di terreno. Ama i suoli ricchi di argilla, di sedimenti calcarei ma allo stesso tempo riesce a dare il meglio di sè su terre di chiara matrice tufacea. I vecchi viticoltori, quelli abituati a un rapporto stretto e assoluto con i vigneti, raccontano che il Cortese ama affondare le sue radici su terre bianche e rosse, perfette per esaltare le tipiche sfumature fruttate della polpa.
L'andamento climatico è il fattore X ovvero l'incognita capace di influenzare anno dopo anno il risultato del vino. In questa parte del Piemonte le estati sono miti e gli inverni rigidi. le escursioni termiche aumentano la concentrazione aromatica nella buccia mentre la posizione collinare, dove soffia sempre una leggera brezza, contribuisce ad asciugare i grappoli dall'eccessiva umidità regalata dalle piogge autunnali e primaverili.
Caratteristiche ampelografiche dell'uva Cortese
La foglia del nostro Cortese ha una grandezza media ed è trilobata o quinquelobata in base ai cloni. Il grappolo può essere cilindrico o piramidale e non è molto grande. L'acino è piccolo, sferico e caratterizzato dalla presenza di una buccia spessa e ricoperta di pruina. Il colore è un giallo verde che diventa dorato quando viene esposto al sole.
Il Cortese è un vitigno molto vigoroso ma è soggetto all'attacco di infezioni quali l'oidio e la botrite che possono mettere a repentaglio la salute dell'intera pianta.
Vinificazione del Cortese
Il Cortese non ha troppe pretese in fatto di allevamento mentre, per quello che riguarda la potatura, i vignaioli preferiscono di gran lunga quella corta perché garantisce la raccolta di grappoli di alta qualità. La vendemmia si svolge nella seconda metà di settembre ed è esclusivamente manuale.
In cantina gli acini subiscono una pressatura molto soffice. Fino a qualche decennio fa i produttori di Gavi avevano introdotto la criomacerazione e l'affinamento nelle barriques di rovere. Oggi quegli stessi produttori hanno scelto di tornare alle origini, prediligendo una vinificazione classica in quanto il passaggio nel legno toglie quella spontaneità e verve che sono tipiche del Cortese. Il vino riposa quindi nell'acciaio per circa 6 mesi prima di essere imbottigliato.
Caratteristiche organolettiche del vino prodotto con uve Cortese
Elevata acidità, grande concentrazione zuccherina e un basso grado alcolico. Queste sono le caratteristiche principali che il Cortese regala ai suoi estimatori. Nel calice svela un colore giallo paglierino intenso animato da sottili sfumature dorate. Utilizzato per produrre sia vini fermi sia spumanti, mantiene inalterato in entrambi i casi il suo carattere morbido e vellutato. Al naso regala una palette aromatica floreale e fruttata, dove predominano gli aromi del gelsomino, delle margherite, della frutta esotica resa frizzante da inedite note agrumate. Al palato è ben equilibrato, delicato e con una stuzzicante nota sapida. Il finale è lungo e persistente. Il Cortese è il vino da abbinare a ricette leggere a base di formaggi freschi o pesce di lago.
Curiosità
Il merito di aver portato il Cortese fuori dai confini piemontesi spetta alla Repubblica Marinara di Genova. Grazie alle nuove rotte commerciali questo vino è arrivato ovunque ed ha conquistato un posto d'onore in 70 paesi tra i quali anche l'Inghilterra, notoriamente poco avvezza ad apprezzare i vini nostrani.