Barolo D.O.C.G.

Barolo strutturato e raffinato dal colore granato con un ampio bouquet di profumi che si apre su note di spezie e scorze di cedro candita per spostarsi verso sensazioni di vaniglia, legno di sandalo e rosa. Sorso fresco, avvolgente e morbido allo stesso tempo. Tannino equilibrato e no invadente. Matura circa 30 mesi in botte grande.

Colore granato ed invitanti aromi di ciliegia, confettura di mirtilli e spezie a cui seguono più delicate sensazioni di torrefazione ed erba di montagna. Grande qualità emerge anche all’assaggio corposo, sapido ed equilibrato. Tannino setoso. Affina quasi 3 anni in botte grande.

Vino rosso di colore granato intenso e riflessi aranciati che evidenziano l’invecchiamento. Al naso presenta un bouquet floreale e fruttato che richiama sentori di rosa canina e viola, uniti a note di frutta essiccata. All'assaggio è complesso con una buona struttura. Finale persistente. Prima dell'imbottigliamento affina 38 mesi in tonneaux e grandi botti di rovere.

Rosso del Piemonte da non perdere, il Barolo “Noi” rivela l’amore e la passione di questa cantina per il territorio e le sue tradizioni. Si abbina con selvaggina e carni rosse, pollame nobile e primi piatti tartufati.

Vinificato in acciaio a temperatura controllata, il Barolo Cannubi matura in botte di rovere per circa 18 mesi e termina l’affinamento in bottiglia per altri 6 mesi. Ottimo per accompagnare primi piatti al sugo di carne, secondi di carne rossa e selvaggina da piuma.

Frutto di lavorazioni attente e rigorose, il Barolo del Castello di Verduno vinifica in tini di legno, quindi matura in grandi botti di rovere e termina l’affinamento in bottiglia. Ottimo con la selvaggina, accompagna con eleganza anche grandi arrosti e brasati della cucina italiana.

Morbido e armonioso, il Barolo di Diego Conterno affascina naso e palato con complesse sensazioni fruttate e speziate, frutto di una lavorazione in botte grande di uve di altissima qualità. Da stappare in anticipo per sottolineare le grandi occasioni e i pranzi formali.

Il Barolo Riserva Monvigliero di Castello di Verduno è un vino rosso fermo strutturato ed intenso. Sontuoso al palato con un tannino deciso, elegante e perfettamente armonizzato, il tutto anticipato da un naso fatto di frutti rossi e spezie dolci, la cannella in particolare. Il finale è lungo e potente. Affina 30 mesi in botti di rovere e 40 mesi in bottiglia. Vignaioli Indipendenti

Morbido e fruttato, questo Barolo spicca per eleganza e tipicità, offrendo un rosso classico, da abbinare a primi e secondi di terra, carni rosse arrosto o brasate. Affina in legno per circa 18 mesi prima della messa in bottiglia.

Fresco e potente, il Barolo "Le Coste di Monforte" è un raffinato vino rosso prodotto dalla cantina Pecchenino che vinifica in acciaio e affina in grandi botti di rovere e in vasche di cemento per 3 anni.

Raffinato e caratteristico vino rosso piemontese, che appaga il palato con un sorso elegante, morbido e persistente nel finale. Il quadro olfattivo si tinge di nuance fruttate mature di sottobosco, spezie e richiami floreali.

Morbido ed austero vino rosso piemontese che riceve il nome dalla strada che nel I secolo fiancheggiava il vigneto e collegava Novello a Barolo. Intensi sentori floreali e fruttati al naso, che si fondono in un sorso di assoluta eleganza, morbidezza e sapidità. Finale di gradevole lunghezza e persistenza.

Importante e strutturato vino rosso piemontese dotato di eleganza ed equilibrio. Ha colore rosso granato ed un profumo ampio ed etereo, con note di spezie, liquirizia, pepe e viole. Il sorso è strutturato, sapido e con tannini eleganti che tendono ad addolcirsi con il passare degli anni. Affina 24 mesi in botti di legno grandi.

Raffinato vino rosso piemontese prodotto con uve Nebbiolo in purezza. Al naso si apre con note di frutti scuri macerati, e spezie. Al palato è fresco, con tannino risoluto, di grande stoffa e persistenza. Affina in barrique per 24 mesi.

Vino fermo ed elegante che si presenta alla vista di colore rubino dalle sfumature granate. All’olfatto è possibile percepire note speziate, di erbe balsamiche e fruttate. Al palato intenso e minerale, dal finale lungo.

Vino rosso piemontese elegante e strutturato, il Barolo Cerretta della cantina Schiavenza matura 3 anni in grandi botti.

Colore granato ed invitanti aromi di ciliegia, confettura di mirtilli e spezie a cui seguono più delicate sensazioni di torrefazione ed erba di montagna. Grande qualità emerge anche all’assaggio corposo, sapido ed equilibrato. Tannino setoso. Affina quasi 3 anni in botte grande.

Il Barolo Bussia è un vino rosso di grande pregio prodotto dalla cantina Pecchenino. Vinifica in acciaio e matura prima in botte grande per almeno 24 mesi, poi in vasche di cemento per altri 12 mesi.

Il Barolo Bricco Ambrogio di Paolo Scavino è un vino rosso dal colore rubino intenso. L’analisi olfattiva esprime note di viole e liquirizia. Al palato risulta equilibrato,corposo, i tannini sono morbidi e setosi in grado di regalare un finale di piacevolissima lunghezza. Affina inizialmente in acciao, successivivo passaggio in barriques per 10 mesi, a seguire passaggio in botte grande per 12 mesi.

Barolo 'Lazzarito' è un grande vino rosso piemontese dal sorso armonico e persistente. Affina per 26 mesi in barrique prima e botte grande poi.

Importante e strutturato vino rosso piemontese dotato di eleganza ed equilibrio. Ha colore rosso granato ed un profumo ampio ed etereo, con note di spezie, liquirizia, pepe e viole. Il sorso è strutturato, sapido e con tannini eleganti che tendono ad addolcirsi con il passare degli anni. Affina 24 mesi in botti di legno grandi.

Elegante, caldo e raffinato, il Barolo “Vigna Cucco” esprime tutta straordinaria tipicità del terroir, offrendo un sorso armonico e vellutato, di piacevole complessità e persistenza gusto-olfattiva. Da conservare in cantina per decenni.

Elegante e raffinato vino rosso piemontese dai profumi balsamici, fruttati rossi maturi di sottobosco e tipicamente floreali. Al palato è ricco, dai tannini setosi e sottile sapidità. Matura in legno circa 30 mesi prima dell'imbottigliamento.

Rosso elegante e ben strutturato, questo Barolo Cerretta garantisce un lungo potenziale evolutivo grazie a tannini solidi e acidità vibrante. Affina per oltre 32 mesi in botti grandi ed è perfetto con formaggi stagionati, selvaggina e carni rosse importanti.

Raffinato vino rosso piemontese prodotto con uve Nebbiolo in purezza. Al naso si apre con note di frutti scuri macerati, e spezie. Al palato è fresco, con tannino risoluto, di grande stoffa e persistenza. Affina in barrique per due anni.

Morbido e fruttato, questo Barolo spicca per eleganza e tipicità, offrendo un rosso classico, da abbinare a primi e secondi di terra, carni rosse arrosto o brasate. Affina in legno per circa 18 mesi prima della messa in bottiglia.
Barolo: il Re dei vini rossi
Pochi vini al mondo sono come il Barolo. Nasce dal Nebbiolo in purezza, uno dei vitigni più caratteristici del mondo, che proprio in terra piemontese ha trovato la sua patria ideale. Soltanto qui, infatti, nelle Langhe, il Nebbiolo riesce a produrre un vino che il mondo, giustamente, ci invidia. Nello specifico i cloni Lampia, Michet e Rosé sono gli unici autorizzati per la produzione. Il disciplinare Doc è datato 1966, mentre la DOCG è stata assegnata nel 1980.
Ma il vino non viene prodotto solo nell’omonimo comune di Barolo. Anche a Serralunga d’Alba, a Castiglione Falletto e, in parte, a Monforte d’Alba, Diano D’Alba, La Morra, Roddi, Novello, Verduno, Cherasco e Grinzane Cavour. Sono nomi da tenere bene in mente, se si vuol imparare a conoscere questo vino. Perché stappare una bottiglia non basta. Ci sono due cose che caratterizzano questo nettare: una è l’invecchiamento, l’altra la zona di produzione. Monforte d’Alba, per esempio, è famosa per i suoi rossi precisi e suadenti, Castiglione Faletto per i tannini davvero poderosi, che richiedono un lungo invecchiamento per smussarsi. Il Barolo di Serralunga è rigoroso e austero, mentre quello di La Morra è elegante e fine. Frutto del caso? No, del terreno e dell’esposizione al sole.
I Cru del Barolo
Se si vuole imparare a conoscere questo grandissimo vino, bisogna armarsi di pazienza (ben ripagata!) e assaggiarne tutti i cru o, per lo meno, quelli più celebrati. Cru è una parola francese che indica una zona delimitata, a volte piccolissima, che offre un vino dalle caratteristiche ben riconoscibili e particolari, spesso eccellenti. Il cru, quando esiste, spicca sempre sull’etichetta del vino, poiché ci racconta la sua qualità assoluta e ne giustifica il prezzo.
SERRALUNGA. Nel paese del Barolo rigoroso e pieno, ecco il santo rosario da sgranare poco a poco: Marenga, Rivette, Vigna Rionda, Lazzarito, Gabutti, Prapò, Parafada, Ornato. Il Barolo che offrono è ricco, poderoso, saporoso e pieno, rotondo e robusto, pronto a invecchiare una vita nella vostra cantina.
MONFORTE. Bussia è il cru che fa battere il cuore a tutti i barolisti. Imprescindibile, dona colore intenso al vino e una struttura da imperatore. Ma non scordiamo Ginestre, Vigna del Colonnello e Santo Stefano di Perno.
BAROLO. Nel comune che ha dato il nome al vino risiede Cannubi, un cru che è una leggenda, dove struttura e profumi sono ai massimi livelli. Ma anche qui non scordiamo di provare Sarmassa, Costa Rose e, in parte, Brunate.
LA MORRA. Se volete un Barolo profumatissimo, allora siete nel posto giusto. Basta che sull’etichetta spicchino Cerequio, Brunate, Rocche e Monfalletto.
CASTIGLIONE FALLETTO. Anche il Barolo ricco e pieno di Castiglione Falletto ha le sue massime eccellenze: Rocche e Villero. Provatene la struttura austera o dimenticatela in cantina per molti anni.
VERDUNO. La collina magica del Barolo è Monvigliero, con esposizione a sud-ovest e quindi baciata dal sole. Dona vini d’altissimo rango.
Meglio vecchio?
Il Barolo può esser messo in commercio dopo almeno tre anni dal 1° gennaio successivo alla vendemmia. Per fare un esempio, nel 2018 si può vendere il Barolo del 2015, l’anno che trovate in etichetta. La denominazione Barolo “Riserva”, invece, si dà solo a quei vini che hanno alle spalle almeno cinque anni di affinamento. La Riserva del 2015, quindi, sarà venduta nel 2020. Il Barolo, infatti, ha bisogno di tempo per esprimersi al meglio. E più invecchia in bottiglia, meglio è: i tannini si arrotondano, diventano setosi e si armonizzano in modo perfetto con la rotondità del vino. L’aroma si riempie di profumi terziari, quelli che derivano appunto dall’invecchiamento, e quel bouquet di frutti rossi che era all’inizio si trasforma in un arcobaleno di sensazioni incredibili, che spazia dalle spezie ai tabacchi, dalla liquirizia al sentore di catrame, al tartufo, al sottobosco ricchissimo e tutto da scoprire. Una bottiglia di Barolo invecchiato è un grande vino da meditazione, da godere da solo, magari leggendo un buon libro.
In merito all’affinamento si è aperta a partire dagli anni 90 una diatriba tra “modernisti” e “tradizionalisti”. I primi propendono per una macerazione più breve a contatto con le bucce e per un affinamento in barrique. Si ha in questo caso un vino meno tannico, più rotondo e pronto da bere in un tempo più breve (forse anche meno adatto ad un lungo invecchiamento).
I tradizionalisti propendono invece per una tecnica più antica che prevede una macerazione più lunga e l’affinamento nelle tradizionali botti grandi. Il vino Barolo in questo secondo caso necessita di un invecchiamento più lungo e donerà il meglio di sé a distanza di molti anni. Il nostro consiglio è di sperimentare e di metterne in cantina diverse annate e di diverse cantine. Potrete assaggiare la stessa annata in anni diversi in modo da vederne l’evoluzione e studiare tutta la poesia che può emergere da un buon bicchiere di Barolo.
C'è anche il Barolo Chinato
Chinato da China calisaya, una pianta oggi coltivata in tutti i Tropici, amatissima dai farmacisti dell’Ottocento, che la ritenevano digestiva e antipiretica (da essa si ricavava il chinino, il primo medicinale contro la malaria). Ma non c’è nulla del farmaco in questo prodotto, che assomiglia a un vermut rosso, ma più corposo e intenso, ricchissimo di aromi come un amaro, eppure al tempo stesso morbido, suadente. Si gusta da solo, a fine pasto, per goderselo in bellezza e, perché no?, per digerire meglio. Oppure, provatelo con una scheggia di cioccolato fondente di fattura eccellente. Vi farà scoprire piaceri che neppure il Rhum riesce a toccare.
Se volete approfondire, andate sul nostro blog:
• Sua Maestà il Barolo
• Barolo: produzione, caratteristiche e abbinamenti
• Geografia del vini: le Langhe
Qualche curiosità
Il vino Barolo prende il nome dalla famiglia Falletti, marchesi di Barolo, che iniziò a produrre questo vino nei vigneti di proprietà a partire dagli inizi del XIX secolo. La leggenda narra che la marchesa Falletti offrì in regalo al re Carlo Alberto 300 "carrà" (barili da carro) di Barolo, su volere dello stesso re che voleva degustare questo “nuovo vino”. Il re ne rimase davvero colpito dalla bontà, tanto che decise di acquistare la tenuta di Verduno per avviare una produzione di Barolo. Da allora il Barolo ha fatto molta strada ed oggi è tra i vini più importanti in Italia e nel Mondo.
Caratteristiche organolettiche, profumo e sapore
Il colore del Barolo è granato scarico, infatti il Nebbiolo non è ricco di antociani e non riesce a colorare intensamente il vino nel bicchiere. Trovarsi pertanto di fronte ad un Barolo carico di colore e impenetrabile allo sguardo, dovrebbe far nascere qualche dubbio. E‘ invece un vino ricco di estratto secco, cioè tutte quelle sostanze che rimangono una volta evaporata l’acqua e l’alcool: ecco perché il Barolo è strutturato e longevo. E’ un vino spesso scontroso nei primi anni di età proprio per via del tannino aggressivo, mentre regala emozioni strepitose con l’invecchiamento.
Il Barolo è il simbolo dei vini piemontesi e del Piemonte tanto che potremmo quasi chiamarlo Barolo Piemonte tanto il vino viene identificato con la regione nell'immaginazione collettiva.
Quali sono le annate migliori?
Ecco un breve e sintetico elenco delle annate migliori di Barolo (dal 19745 ad oggi) secondo i grandi estimatori ed i vignaioli:
Annata Eccezionale (5 Stelle): 1947, 1971, 1982, 1990, 1997, 1999, 2001, 2004, 2006
Annata Grande (4 Stelle): 1958, 1961, 1964, 1970, 1978, 1985, 1989, 1996, 1998, 2000, 2008, 2010, 2013, 2014
Annata Ottima (3 Stelle): 1957, 1967, 1974, 1979, 1980, 1988, 1993, 1995, 2003, 2005, 2007, 2009, 2011, 2012,
Una curiosità: l’annata 2014 sebbene sia stata molto piovosa e sia stata definita come una pessima annata, si è rivelata invece una grande annata per il Barolo in quanto ha saputo donare uve dotate di forte freschezza ed in grado di donare vini Barolo di estrema longevità ed eleganza.
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