Catalogo Pecorino
Vino ottenutio da uve Pecorino in purezza, che si presenta alla vista in color dorato luminoso. Fragranze di lime, pera, sambuco e cedro vanno a comporre il bouquet olfattivo. Al palato è caldo e strutturato, dal finale persistente. Affina 9 mesi in acciaio inox e successivamente in bottiglia per almeno 12 mesi.
Fresco e minerale vino da uve Pecorino, di colore giallo paglierino. Al naso ampie note fruttate, di agrumi, fiori di campo ed erbe balsamiche. Al palato è sapido, morbido e di gradevole persistenza.
Vino sapido fermo che si presenta nel calice in color giallo paglierino con riflessi dorati. All'olfatto offre note di agrumi, pera, acacia ed erbe campestri. Il sorso è caldo e morbido, dal finale persistente e lungo. Affinamento in acciaio inox per alcuni mesi prime dell'imbottigliamento. Annata 2017 premiata Tre Bicchieri Gambero Rosso.
Un Pecorino d’Abruzzo più erbaceo che fruttato, dal sorso sapido e persistente, tutto da assaporare. Ottimo nelle occasioni informali, con piatti di pesce e con le carni bianche.
Origini e Storia del vitigno
Il Pecorino è un vitigno autoctono italiano, a bacca bianca, oggi diffuso in Abruzzo e nelle Marche, territorio, quest’ultimo, di cui è probabilmente originario. Le prime scarne testimonianze relative a quest’uva risalgono addirittura al II secolo a.C. quando Catone il Censore lo annovera, insieme al Grechetto, tra le varietà tipiche delle terre marchigiane.
Menzioni meno dirette ci arrivano da Plinio che parla, in generale, della ricchezza gustativa propria dei vini bianchi, dall’intensa colorazione dorata, che venivano prodotti nei territori dell’Alta Valle del fiume Tronto e nei dintorni del centro di Acquasanta.
Successivamente, questo particolare vitigno rimane avvolto dal mistero più totale. Tuttavia, dalla fine del 1800, abbiamo alcune testimonianze dirette della coltivazione del Pecorino in quello stesso territorio marchigiano, così ben descritto da Plinio, capace di regalare vini di grande qualità e struttura. Vecchie vigne sembrano infatti aver resistito agli attacchi della fillossera, arrivando integre nel XX secolo, con le radici ben salde proprio nel territorio dell’Ascolano, vicino ad Arquata del Tronto.
La riscossa del vitigno è un fenomeno piuttosto recente. Sebbene la sua storia lo leghi saldo al territorio delle Marche, solo a partire dal 1990 le uve di questo vitigno sono state vinificate in purezza, dimostrando di saper regalare vini dal piacevole spessore gustativo, profumati e persistenti.
Oggi, il valore del vitigno, coltivato nei suoi territori d’elezione, è stato riconosciuto attraverso la creazione della DOC Offida e della DOC Abruzzo, a celebrare il particolare legame tra quest’uva e questi due terroir appenninici.
Il Pecorino: perché si chiama così?
Esistono diverse teorie volte a spiegare il significato del nome di quest’uva.
La più accreditata e, forse, anche la più verosimile, è quella che vede il nome “Pecorino” legato al fenomeno della transumanza delle greggi verso la Puglia: sarebbe stato il vino destinato a sostentare i pastori durante il lungo viaggio.
Similmente, una teoria particolarmente divertente, vedrebbe il vitigno legato sempre alla transumanza ma non tanto ai pastori, quanto alle vere protagoniste del viaggio: si racconta, infatti, che le pecore fossero ghiotte dei piccoli e saporiti acini di quest’uva, tanto da creare scompiglio e liti durante il passaggio dei pastori nei terreni agricoli dove erano presenti anche le vigne.
Un’altra teoria vedrebbe derivare il nome da un abbinamento cibo vino particolarmente apprezzato, tra l’uva e l’omonimo formaggio. Un’immagine sicuramente affascinante e nemmeno troppo distante dalla realtà, dal momento che, alcuni vini a base di uve Pecorino in purezza riescono benissimo ad esaltare il gusto dei Pecorini freschi e, in generale, dei formaggi freschi e a pasta filata.
Infine, l’ultima teoria, forse la più distante dalla realtà, assocerebbe la forma tipica dei grappoli del vitigno alla silhouette della testa della pecora. In realtà non tutti i grappoli hanno una forma alata e, pertanto, questo simpatico parallelismo risulta un pochino azzardato e fantasioso.
Coltivazione e caratteristiche ampelografiche
Il vitigno è caratterizzato da grappoli di media grandezza, dalla forma generalmente cilindrica, dotati di acini di piccole dimensioni, dalla tipica buccia gialla con sfumature verdi, a volte screziata con venature color terra.
Solitamente, le uve di germogliano precocemente e vengono vendemmiate nella prima metà di Settembre.
E' un vitigno che ha dimostrato di sapersi adattare a condizioni climatiche diverse e anche a suoli aridi, magri e di montagna. Un’uva non troppo esigente anche se, purtroppo, caratterizzata da una produzione non così costante e abbondante.
In particolare, è un vitigno molto resistente agli agenti atmosferici e agli attacchi delle principali crittogamiche, come la peronospora e l’oidio. I terreni migliori per la sua coltivazione sono collinari, in quota, caratterizzati da un clima fresco e ventilato.
Proprio per questa sua predilezione, il Pecorino si è perfettamente adattato alle zone appenniniche delle Marche, dell’Umbria e dell’Abruzzo.
Soprattutto negli ultimi anni, le pregiate caratteristiche organolettiche, che questo vitigno riesce a conferire ai vini derivanti, hanno determinato un suo crescente apprezzamento da parte del pubblico, tanto che dal 2014 si è registrata un’autentica impennata nel numero delle nuove barbatelle piantate.
Il Vino: Colore, Profumi e Gusto
Il vino che si ottiene dalla vinificazione delle uve pecorino in purezza mostra una veste luminosa, dal tipico colore giallo chiaro, con tenui sfumature verdi.
Rivela dei profumi particolarmente accattivanti e vivaci, ricchi di sensazioni di frutta matura e fiori, con più leggere, ma ugualmente invitanti, sensazioni speziate.
Nel ventaglio aromatico del più classico dei Pecorini in purezza possiamo chiaramente percepire vividi sentori di pesca gialla, mela renetta e ananas, note di fiori d’acacia e di ginestra e particolari aromi di anice stellato, zenzero e liquirizia bianca.
All’assaggio, le uve sanno regalare un gusto freschissimo e un sorso ben strutturato, carico di saporosità e, allo stesso tempo, vellutato. Generalmente, nei migliori Pecorini, caratteristica saliente è la stuzzicante sapidità minerale e quella lunga, tipica e piacevole, persistenza su note dolci e fruttate.
Gli Abbinamenti Possibili
Il vino, oggi approdato e diventato celebre anche all’estero, si abbina molto bene, per la sua struttura e la ricchezza del corredo aromatico, a piatti di mare anche ricchi e succulenti come, ad esempio, i seguenti: insalata di granchio, impepata di cozze, filetto di salmone croccante con contorno di patate, filetto di merluzzo su crema di ceci, pesce spada in salmoriglio, sogliola burro e salvia, frittura di paranza, frittura di alici e gamberi, risotto allo scoglio.
Tutte ricette che vengono rinfrescate e vivacizzate nei sapori da un ottimo sorso del vino Pecorino.
Questo particolare vino bianco, tutto italiano, è perfettamente capace di accompagnare anche piatti di mare ricchi di aromi e spiccate sensazioni gustative, questo grazie alla sua buona morbidezza, dovuta alla capacità delle uve di concentrare un grande quantitativo di zucchero, al momento della raggiunta maturazione.
Alcune versioni, soprattutto quelle affinate a lungo, magari anche in legno, riescono a sposare alla perfezione piatti intensamente profumati e speziati, come il tipico risotto alla milanese, le linguine condite con il pesto alla genovese o il riso saltato alle rane.
Spesso il vino riesce ad accompagnare, con piacevolezza ed equilibrio, pietanze lontane dalla tradizione gastronomica italiana, come il sushi classico ma anche quello rivisitato e arricchito da diverse salse, anche piccanti.
Infine, questo tipo di vino può abbinarsi bene anche a ricette a base di carni bianche, a cui riesce a conferire un quid di saporosità in più e un particolare carattere speziato e lievemente fruttato. In particolare, i Pecorini in purezza riescono a sposare bene il gusto delle seguenti profumate e saporite pietanze: pollo all’ananas, bocconcini di pollo al curry, faraona alle erbe, coniglio alle olive.
Una menzione speciale spetta infine alle pregiate versioni spumantizzate di Pecorino che, grazie all’invitante profumosità e alla briosità del loro perlage, si abbinano con gran gusto a fritture di ogni tipo, con ingredienti di terra e mare. Bollicine che meritano di essere sperimentate e apprezzate soprattutto con le seguenti sfiziose ricette: olive ascolane, crocchette di patate e prosciutto cotto, arancini di riso, frittura di alici e di calamari, fiori di zucca ripieni e filetti di merluzzo in pastella.
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