Catalogo Groppello
Elegante vino rosso fermo di colore rubino violaceo. Il bouquet olfattivo è ampio e ricco. Si percepiscono sentori speziati di pepe e liquirizia, oltre a note fruttate mature di sottobosco. All'assaggio è sapido, armonico, equilibrato e morbido. Finale lungo e persistente.
Vino rosso da uve Groppello dal sorso di ottima armonia ed equilibrio. Al naso profumi balsamici e di frutti di bosco.
"Terra" Rosso di Vigneti Massa è un vino rosso fermo fresco e beverino. Di colore rubino intenso, al naso esprime profumi di mora di rovo, piccoli frutti di bosco e spezie. Il palato è fresco, snello e beverino.
Vino rosso di colore rubino che concede all’olfatto intensi sentori fruttati di sottobosco e nuance balsamiche. Il sorso è appagante e deciso. Finale persistente.
Il termine Groppello è stato utilizzato fin dall’antichità per indicare varietà spesso assai differenti fra loro, ma che presentavano la caratteristica comune di un grappolo compatto con acini serrati, simile pertanto a un “groppo”, che in dialetto significa “nodo”. Tra gli autori latini che nelle loro opere hanno citato questo vitigno troviamo i più importanti nomi della letteratura classica: Catone, Virgilio, Plinio e, in seguito, Cassiodoro. Il Groppello fu chiamato Pignolo nel 1299 da Pier de’ Crescenzi, esule ghibellino e alto funzionario bresciano. Era il vitigno gardesano più tipico, coltivato esclusivamente in Valtenesi, con l’eccezione di una piccolissima nicchia di produzione in val di Non (Trento). Molte notizie sul vitigno ci giungono da Gallo (1550) e da Bacci (1596), che paragonano |
i Groppelli alle Pignole, tipologie coltivate nella provincia bresciana dalla Franciacorta al Lago di Iseo. In particolare il Gallo descrive dettagliatamente il Groppello, sostenendo che è uso cambiargli il nome a seconda della zona (sulla sponda lombarda del lago di Garda, per esempio, è chiamato Groppello di Mocasina). Secondo gli scritti del Marzotto (1925) esisteva una vera e propria famiglia di vitigni denominata Groppellone. Nel caso del Groppello di Santo Stefano pare assodato che corrisponda in tutto e per tutto a quello di Mocasina. Per quanto riguarda infine la tipologia più diffusa, il Groppello Gentile - iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1970 - le principali differenze rispetto agli altri componenti della famiglia sono da ricercarsi nella forma dell’apice e nel grappolo, sempre alato.
In passato era diffusamente presente in Veneto (in particolare nelle province di Vicenza, Verona e Treviso), in Trentino (val di Non) e in Lombardia (Brescia e Bergamo); in seguito è stato sostituito da vitigni considerati di maggiore qualità, soprattutto in epoca post-fillossera. Ai giorni nostri il Groppello è diffuso in particolar modo sulla sponda bresciana del lago di Garda, dove è contemplato come tipologia in purezza nelle DOC Riviera del Garda Bresciano e Garda.
Il grappolo del Groppello Gentile è di medie dimensioni (più piccolo quello del Groppello di Mocasina e di Santo Stefano), di forma cilindrica o cilindrico-conica, molto compatto, raramente provvisto di una piccola ala. L’acino ha dimensioni medie, è sferico e in parte appiattito per la compressione del grappolo. La buccia è molto sottile, di media consistenza, pruinosa e di colore blu violetto. L’uva giunge a maturazione in genere nelle prime settimane di settembre.
Il Groppello è raramente vinificato in purezza mentre è spesso usato in uvaggi che comprendono Sangiovese, Marzemino e Barbera. Le uve coltivate sulle sponde bresciane del lago di Garda danno origine a un vino dal colore rosso rubino chiaro e brillante, con profumi leggermente fruttati: tipicamente speziati, di buona corposità, mediamente alcolico e sostenuto da discreta acidità, fine, asciutto e giustamente tannico nel finale di bocca. Più fresche e immediate risultano essere le frequenti vinificazioni in rosato che danno buoni chiaretti.