Bertè Cordini

L’Oltrepò Pavese, zona situata nella parte sudoccidentale della Lombardia, è una grande macchia di terra dolce e armoniosa, avvolta da morbide colline di argilla e calcare che, a prima vista, sembrano da sempre interessate dalla vite, dall’uva e dal buon vino.

 

Non abbiamo prove a sufficienza per sapere quando esattamente ebbe origine l'attività vinicola in questa zona, ma il recente ritrovamento di un fossile, risalente ad un periodo pre-romano, conferma le testimonianze di Plinio, Strabone Virgilio, che esaltano e celebrano la coltura della vite come una delle pratiche che riscuoteva più successo dell'intera Pianura Padana.

Quello che sappiamo con certezza però, è che si deve ai Romani l’avvio della nobile arte vinicola in queste terre. Molti dei documenti notarili dell'epoca testimoniano che a partire dal VII secolo fino al XIV d.C., il panorama – o lo Skyline agricolo – dell'Oltrepò Pavese non era poi così diverso da quello attuale: un orizzonte completamente vitato. L'importanza economica e sociale del vino si notava soprattutto nei banchetti e nelle feste, dato che era un immancabile protagonista a tavola e rappresentava uno dei pezzi più pregiati nella compra-vendita di merci.

 

Attorno al XVIII secolo si assiste ad un sostanziale aumento della produzione e ad una conseguente più ampia diffusione del vino. La fine del ’700 segna un grosso cambiamento nel sistema di proprietà oltrepadana con la scomparsa del latifondo nobiliare ed ecclesiastico. Una grande schiera di piccoli proprietari terrieri riprese la coltivazione dei vigneti secondo una gestione diretta e non più per conto del padrone.

È in questo momento allora che i vitigni storici della zona – Moradella, Croatina, Barbera, Vespolina, Uva Rara e Moscato – videro l’ingresso del Pinot Nero.

Questa varietà proveniente dalla vicina Francia trovò subito un terroir ideale per il suo sviluppo e non impiegò molto a divenire uno dei vitigni più nobili, e più diffusi, della zona.
La grande presenza di questo vitigno spiega la fortissima vocazione spumantistica della zona, che è stata sapientemente colta anche dalla cantina Berté Cordini.

 

Nel 1974 la famiglia Berté Cordini raccoglie un’importante eredità, portando avanti l’attività di un’azienda storica dell’Oltrepò Pavese fondata nel lontano 1895 da Francesco Montagna, a Broni. Come omaggio al fondatore, viene mantenuto il nome storico dell’azienda, anche se, da quel momento, si apre un nuovo capitolo. Mariella e Antonio e, qualche anno più tardi, Luca, Marzia e Matteo continuano a scrivere la storia dell’azienda.

La ricerca della qualità, eseguita attraverso un progetto enologico ampio e rigoroso, che comprende la cura dei vigneti ed il massimo rispetto delle proprietà naturali dell'uva, è il lavoro svolto dalla nuova gestione, intenta a conservare quello status di eccellenza che è stato acquisito con il tempo.

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I vini di Bertè Cordini
Pinot Nero vinificato in Bianco 'Ca' Nova' Berté Cordini 2022 Oltrepò Pavese DOC
Bertè Cordini Pinot Nero vinificato in Bianco 'Ca' Nova' Berté Cordini 2022 Oltrepò Pavese DOC

Elegante e delicato, questo Pinot Nero vinificato in bianco è assolutamente da provare, per godere di ogni sfumatura donata dal varietale e dalla particolare lavorazione. Si sposa con la cucina di mare, con pesce di lago e antipasti leggeri.

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Spumante Metodo Classico Brut 'Cuvée della Casa' Berté Cordini
Bertè Cordini Spumante Metodo Classico Brut 'Cuvée della Casa' Berté Cordini

Spumante Metodo Classico di color paglierino con riflessi luminosi dorati dal perlage fine e persistente. Abbondante spuma cremosa. All'olfatto affiorano sentori fruttati di agrumi, note di nocciole e sensazioni di crosta di pane. Il sorso è fresco ed invitante, sorretto da una bolla continua e briosa.

GD
90/100
Vi
3 Viti AIS
GR
2 bicchieri