Catalogo Vini Triple A: Agricoltori, Artigiani, Artisti
Vino veneto realizzato secondo i canoni biologici dal colore giallo paglierino intenso. Il profumo è fruttato e di fiori bianchi, ed in bocca è fresco e sapido. Affinamento che avviene in parte in serbatoi di acciaio inossidabile e in parte in anfora. Trascorre il periodo invernale in vasche all’aperto per promuovere stabilità tartarica attraverso temperature naturali. Imbottigliamento senza filtrazioni.
Vino rosso Triple A di colore granato scuro. Al naso si percepiscono intensi richiami minerali, speziati e fruttati rossi maturi. Vino complesso, intenso e di grande personalità ed eleganza, dal finale lungo.
Vino rosso Triple A di colore rubino carico nel calice. Al naso si apprezzano ampie note fruttate e speziate dolci conferite dall'affinamento in legno per 11 mesi. Sorso succoso ed equilibrato, dal finale pulito.
Il Gavi D.O.C.G. Pisé delle cantine La Raia è caratterizzato da un colore giallo paglierino. Il sapere è dato dall’unione di note floreali e fruttate. Avvolgente, caldo ed equilibrato, è prodotto con metodo Biodinamico.
Il "Pisé" La Raia è una grande espresione di Gavi cha nasce dal vitigno "La Cascinetta" che offre da 70 anni le migliori uve di Cortese. Nel calice si presenta giallo paglierino con riflessi verdognoli. Il bouquet è complesso dato dall’unione di note floreali e fruttate che richiamano la frutta matura, la pera e il miele. Al palato è avvolgente e caldo anche nel finale, leggermente fresco e molto equilibrato. Biodinamico certificato Demeter
Fresco vino bianco Triple A di colore giallo paglierino. All'olfatto si apprezzano sentori di pesca e papaya. Al palato è corposo e di buona sapidità. Finale lungo.
VINO TRIPLE A, UN MOVIMENTO NATURALE
Verso i primi anni del terzo millennio, uno dei più importanti distributori di vino a livello nazionale, Velier, aggrega a se un gruppo di produttori anticonformisti e fuori dagli schemi convenzionali. Nascono i vini Triple A.
Non si tratta di un semplice catalogo nel catalogo di un distributore, cioè di una sezione di vini identificabili dall’essere biodinamici, vini naturali, vini senza solfiti aggiunti, etc. Triple A nasce con un manifesto e un’idea precisa, combattere la standardizzazione dei vini perfetti.
L’intervento eccessivo della mano dell’uomo in vigna e in cantina, perfettamente legale e alle volte pure utile, ha comportato, secondo gli aderenti al manifesto Triple A, la standardizzazione del vino. L’utilizzo di prodotti chimici per la coltivazione delle vigne, l’introduzione di lieviti selezionati per le fermentazioni, hanno fatto sì che i vini alla fine, seppur tecnicamente perfetti, si assomigliassero un po’ tutti, dalle zone più antiche del vigneto europeo fino ai limiti più estremi della viticoltura del nuovo mondo.
Ecco dunque che i vini Triple A Velier, vanno oltre al semplice vino biodinamico, biologico o naturale. I produttori si impongono infatti di seguire la via, quasi filosofica, dell’aderenza al territorio, la stella polare è il vino autentico, unico, legato a doppio filo al territorio, al vigneto, di provenienza.
IL MANIFESTO TRIPLE A
Ecco il manifesto nel quale si riconoscono i produttori di vino Triple A Velier:
“Questo manifesto nasce in seguito alla constatazione che buona parte dei vini attualmente prodotti nel mondo sono standardizzati, cioé ottenuti con tecniche agronomiche ed enologiche che mortificano l’impronta del vitigno, l’incidenza del territorio e la personalità del produttore.
La standardizzazione sta generando vini simili in ogni angolo del pianeta, appiattiti nei caratteri organolettici e incapaci di sfidare il tempo.
Secondo questo manifesto, per ottenere un grande vino, ad ogni produttore occorrono 3 doti basilari riassumibili nelle 3 A di:
"A" come Agricoltori
- soltanto chi coltiva direttamente il vigneto può instaurare un rapporto corretto tra uomo e vite, ed ottenere un’uva sana e matura
- esclusivamente con interventi agronomici naturali
"A" come Artigiani
- occorrono metodi e capacità “artigianali” per attuare un processo produttivo viticolo ed enologico che non modifichi la struttura originaria dell’uva, e non alteri quella del vino
"A" come Artisti
- solamente la sensibilità “artistica” di un produttore, rispettoso del proprio lavoro e delle proprie idee, può dar vita ad un grande vino dove vengano esaltati i caratteri del territorio e del vitigno”
ARTISTI DEL VINO
È strettissimo il legame del vignaiolo con il prodotto finito, con il suo vino.
Velier definisce artisti quei produttori che con la sensibilità dell’artista riescono ad interpretare la propria vigna e a capire come tradurre l’uva che questa gli dona in ottimo vino, senza intervenire in maniera invasiva.
E’ come se il vignaiolo si limitasse a veder nascere spontaneamente la sua opere e si “limitasse” ad apporvi la sua firma (che è la firma del territorio)
UN INSIEME DI BUONE PRATICHE – LE REGOLE DEI VINI TRIPLE A
Dal manifesto ad un insieme di regole il passo oltre che breve è dovuto. Ecco di seguito riportate le norme che i produttori Triple A:
- da una selezione manuale delle future viti, per una vera selezione massale.
- da produttori agricoltori, che coltivano i vigneti senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi rispettando la vite e i suoi cicli naturali.
- da uve raccolte a maturazione fisiologica e perfettamente sane.
- da mosti ai quali non venga aggiunta né anidride solforosa né altri additivi. L’anidride solforosa può essere aggiunta solo in minime quantità̀ al momento dell’imbottigliamento.
- utilizzando solo lieviti indigeni ed escludendo i lieviti selezionati.
- senza interventi chimici o fisici prima e durante la fermentazione alcolica diversi dal semplice controllo delle temperature. (Sono tassativamente esclusi gli interventi di concentrazione attuati con qualsiasi metodo).
- maturando sulle proprie “fecce fini” fino all’imbottigliamento.
- non correggendo nessun parametro chimico.
- non chiarificando e filtrando prima dell’imbottigliamento.
Alcune delle regole che Velier insieme ai produttori aderenti ha deciso di introdurre nel decalogo Triple A sono sicuramente impattanti e fortemente riconoscibili nel prodotto finale: il vino.
Non vengono infatti usati lieviti selezionati, impossibile dunque inoculare lieviti specifici per ottenere specifici sentori nel vino finale. Avete presente quel sentore di banana tipico dello Chardonnay? Ecco non è tipico dello Chardonnay, è tipico dell’utilizzo di uno specifico lievito selezionato sullo Chardonnay.
Non vengono eseguite chiarifiche né filtrazioni. I vini tripla A possono avere sedimenti naturale, sono integri nel loro essere a volte torbidi.
Maturano a contatto con le fecce fini fino all’imbottigliamento. Una scelta di campo netta e in linea con la filosofia generale del progetto. Il vino, dopo la fermentazione alcolica non viene filtrato, separato dalle fecce dell’uva, rimarrà a contatto con le fecce fini, dette anche fecce nobili, che si producono a seguito della fermentazione e dell’affinamento del vino.
Nessun parametro chimico potrà essere modificato. Pratica in uso e perfettamente legale entro certi valori, che tuttavia i produttori Triple A non utilizzano in nessuna forma.
Infine nessuna solforosa, salvo in imbottigliamento.
TRIPLE A ON-LINE
Fortunatamente Velier vanta una distribuzione capillare e i vini Triple A, seppur prodotti generalmente in quantità limitate, sono reperibili sul mercato, anche sul mercato on line, questa pagina ne è una ampia testimonianza. Non resta dunque che farsi incuriosire dalla filosofia che sta alla base delle scelte dei vignaioli Triple A e assaggiare i loro vini che sono in vendita Online su WinePoint.