Gin

Gin Dry Upperhand
upperhand Gin Dry Upperhand

Gin secco al palato distillato in due processi, che offre al naso sensazioni botaniche di aneto, ginepro, limone e basilico. Sorso fresco ed equilibrato.

Gin 'Black Tomato' Dutch Windmill Spirits
dutch windmill spirits Gin 'Black Tomato' Dutch Windmill Spirits

Originale gin erbaceo olandese realizzato con i rari pomodori neri coltivati in Sicilia e l’aggiunta, oltre che delle botaniche, di acqua di mare. Al naso si ritrovano sentori di ginepro ed agrumi. Al palato è immediata la nota salata, che lascerà successivamente il posto al pomodoro.

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Gin London Dry Fifty Pounds
fifty pounds Gin London Dry Fifty Pounds

Un Gin molto piacevole ed equilibrato, lavorato in modo artigianale e curato in ogni dettaglio, dalla scelta dei migliori ingredienti al packaging moderno e accattivante.

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'Blagheur' Gin Agricolo
gin agricolo 'Blagheur' Gin Agricolo

Balsamico gin piemontese che richiama al naso sentori di cumino, menta, maggiorana e coriandolo. Sorso fresco e di invitante beva.

'Nimium' Gin Agricolo
gin agricolo 'Nimium' Gin Agricolo

Gin dalla sorprendente evoluzione cromatica alla vista. Se nel bicchiere si aggiunge la tonica, il suo colore si trasforma in purpureo. Al naso si evidenziano intensi richiami di violette e petali di rose. In bocca è deciso e morbido, dal finale persistente.

Gin 'Lavender Edition' Masons
masons Gin 'Lavender Edition' Masons

Gin secco, dolce e fine al palato che appare alla vista in color trasparente e cristallino. Al naso apre ad ampie note di lavanda, unitamente a richiami speziati di coriandolo e fruttati di lime.

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Gin Clandestino
clandestino Gin Clandestino

Gin secco e deciso di colore ambrato che offre al naso spunti balsamici di coriandolo, ginepro, angelica e note fruttate di agrumi. Sorso morbido e coinvolgente.

London Extra Dry Gin Barber's
barber's London Extra Dry Gin Barber's

Un Gin fresco e nitido, dai piacevoli ritorni erbacei, da servire nelle occasioni informali o durante un cocktail party in giardino.

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E’ un distillato ottenuto con cereali come il grano o la segale e poi aromatizzato con piante aromatiche tra le quali spicca una bacca dal colore blu-viola, frutto di un arbusto chiamato genus juniperus: il ginepro.
Il ginepro ha numerose virtù ed è sempre stato considerato dalla medicina popolare un rimedio naturale per la cura di diversi disturbi ma soprattutto per la cura della “malattia dei ricchi”, la gotta, una problematica che insorge a fronte di un regime alimentare ricco di carni, crostacei e grassi.
Un altro degli aromatizzanti più utilizzati è il Coriandolo, anche conosciuto con il nome di “prezzemolo cinese”.
Non esiste però alcuna regola che stabilisca la scelta o il dosaggio delle erbe e delle spezie; tutto avviene a seconda delle preferenze del produttore che può personalizzare la sua ricetta rendendola unica ed originale.
Il solo che può fregiarsi di una denominazione geografica è il Plymouth gin. La DOC Plymouth è il risultato di una serie di decisioni legali avvenute nel 1880, quando la distilleria Coates & Co stabilì che legalmente il Plymouth poteva essere prodotto solo all’interno delle mura della città di Plymouth, in Cornovaglia, nel sud dell’Inghilterra.
Le sue caratteristiche? È ottenuto esattamente nello stesso modo in cui si ottiene il London Dry, ma è caratterizzato dall’uso di 7 differenti botaniche: ginepro, coriandolo, arancio dolce, cardamomo, radice di angelica e di iris ed è contraddistinto da una maggiore presenza di ginepro e coriandolo.

LA STORIA
Da qualche anno non si può far a meno di assistere ad una crescita esponenziale nel consumo del gin che dal 2013 al 2018 ha raddoppiato i suoi numeri con un trend in continuo sviluppo. In effetti questo nobile alcolico è anche l'ingrediente più utilizzato per realizzare i 77 cocktail ufficiali nella lista dell'IBA, l'International Bartender Association e i produttori sono stati così bravi da saper valorizzare e nobilitare i diversi mix di botaniche.
Ma come siamo giunti a tutto questo? Sembra che secondo Fulvio Piccinino nel suo nuovo libro Il Gin Italiano, il primo Botanical Gin sia stato elaborato in Italia. La prova è contenuta all’interno del “De’ secreti” un testo alchemico del 1555, scritto da Alessio Piemontese, in cui si parla di distillazione e macerazione in acquavite di vino di una miscela di piante aromatiche, nella quale il ginepro è presente in grandi quantità.
Seguono altri documenti che confermano la sua autenticità italiana, come “I secreti della signora Isabella Cortese” del 1561 con il suo rimedio “contra la peste ed il veleno”. Tutte queste ricette vedono la presenza del ginepro e sono tutte ottenute macerando le piante nell’alcol per poi procedere con una distillazione a bagnomaria.
Queste potrebbero essere le prove che la ricetta del botanical gin abbia risalito l’Europa seguendo la diffusione della peste fino ad arrivare poi in Olanda e Inghilterra.

La tradizione vuole però che la creazione del Jenever venga attribuita nel 1614 al medico e naturalista olandese Franciscus de le Boë Sylvius. Dall’Olanda il Genever si diffuse in Inghilterra dove, in breve tempo, raggiunse l’apice della produzione. Durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648) in cui olandesi e inglesi combatterono come alleati contro la Spagna. I soldati bevevano il Jenever prima delle loro battaglie e proprio per questo venne soprannominato “Dutch Corage” (“coraggio olandese”).
Fu però poi l’ascesa al trono d’Inghilterra di Guglielmo III d’Orange nel 1689, a favorire la diffusione del Jenever nella società inglese, fu proprio lui a vietare l’importazione di distillati stranieri e indirizzò le eccedenze dei cereali della Corona alla produzione di alcol da destinare alle distillerie. In breve tempo, la produzione di Gin divenne così grande che fu addirittura utilizzato come parte del salario corrisposto agli operai.

I DIVERSI STILI
A prescindere dalla tecnica di aromatizzazione, per macerazione, distillazione oppure per mescolanza (compound gin), il gin può avere stili differenti:
JENEVER: l’antenato del gin che conosciamo oggi, dal sapore più robusto
LONDON o LONDON DRY: lo stile più diffuso e anche il più versatile. È un distillato dall’aroma pungente e dal gusto più deciso, adatto anche alla miscelazione, nato nel 1742 grazie ad Alexander Gordon.
PLYMOUTH: la sola DOC del gin. Un distillato in cui spiccano i sentori balsamici di salvia ed eucalipto, il suo sorso è sottile e per nulla amaro, dal finale di frutta e spezie
OLD TOM: più morbido, meno pungente e balsamico. Addolcito con una piccola quantità di zucchero o sciroppo di zucchero.

UN DERIVATO DEL GIN?
SLOE:
un liquore elaborato a partire da gin infuso con prugne selvatiche (sloe in inglese)

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