Catalogo Oseleta

Il Valpolicella DOC “Tenuta Campocroce” di Tenute Salvaterra è ottenuto da un classico taglio di uve del territorio, vinificate e affinate in acciaio per esaltare gli aromi vivaci e fruttati derivanti da terroir e varietali. Ottimo come vino da tutto pasto, è perfetto con primi e secondi piatti a base di carne, come arista di maiale e faraona al forno.

Il Valpolicella Superiore “Tenuta Campocroce” di Tenute Salvaterra vinifica in acciaio a temperatura controllata e affina per 3 mesi in legno. Questo veloce passaggio rende il vino delicatamente speziato e complesso, perfetto da abbinare a carni rosse e selvaggina.

L’Amarone della Valpolicella “Tenuta Campocroce” firmato Tenute Salvaterra è un vino da non perdere, ottenuto da un blend di uve del territorio, vinificate in acciaio e affinate per 30 mesi in botti di rovere. Si abbina con selvaggina, carni rosse importanti e saporite, formaggi stagionati ed erborinati. Noi lo consigliamo anche da solo però, come vino da meditazione.

L’Amarone Classico “Pergole Vece” della cantina Le Salette è un vino ricco, avvolgente e complesso dal colore rubino intenso con sfumature violacee. Il profumo è molto intenso, con note dolci e mature della confettura, in cui prevalgono la ciliegia e la prugna, pepe nero e spezie dolci. Il sorso è minerale, compatto ed elegante, nobilitato ulteriormente da un tannino di finissima estrazione. Luna persistenza su toni di china e di mandorle. Affina 36 mesi in barrique di rovere di Allier

Vino rosso rubino corposo ed elegante realizzato con uve Corvina Veronese ed Oseleta. I profumi sono di frutta rossa e spezie dolci. All’assaggio è fresco dal finale pieno. Prima di essere imbottigliato affina per 16 mesi in botti di legno.

Amarone della Valpolicella, un rosso elegante con profumi estremamente delicati di prugne, ciliegie sotto spirito e frutti di bosco. L’assaggio è caldo, avvolgente e con tannini morbidi. Affina 36 mesi.
Pur senza godere di un passato molto documentato, l’Oseleta è citata già nel 1901 da Zava fra le varietà tipiche del Veronese. Il suo nome deriva con tutta probabilità dall’essere un’uva molto gradita agli uccelli (“Oseleta” è infatti la versione dialettale veneta di “Uccelletta”). Abbandonata in passato perché poco produttiva, è stata recuperata agli inizi degli anni Settanta e oggi gode di grande interesse da parte dei viticoltori della Valpolicella, anche se bisognerà aspettare ancora qualche tempo per vederla diffusa in quantità ragguardevoli. Il risveglio dell’interesse è in gran parte giustificato dall’aspetto del grappolo: piccolo, tozzo, serrato e con acini minuti, sembra perfettamente adatto a produrre vini straordinariamente concentrati. Il suo patrimonio polifenolico è notevole, tanto da |
essere probabilmente il vitigno più colorante di tutta la provincia. Dopo l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 2000 diverse cantine non solo hanno impiantato Oseleta in maniera significativa ma stanno operando con risultati decisamente incoraggianti nella sua vinificazione in purezza.
È rintracciabile, con sempre maggiore frequenza, in tutta la Valpolicella e nella zona allargata. Non si ha notizia di presenza di Oseleta in altre province venete né fuori regione.
Il grappolo è molto piccolo, con peso compreso trai 100 e i 200 grammi. È di forma cilindrico-piramidale, di straordinaria compattezza, molto spesso dotato di un’ala. L’acino è medio, di forma irregolare, con buccia pruinosa, spessa, consistente e di colore blu-nero. Si vendemmia solitamente tra la metà di Settembre e l’inizio di Ottobre.
Il vino è di colore rubino violaceo molto intenso, cupo. I profumi, vinosi in giovane età, con il passare del tempo rivelano accanto al frutto un’intensa nota speziata. Di grande struttura e pienezza, offre un’ottima trama tannica. L’interesse per il Vitigno è dovuto all’intensità cromatica e alla grande concentrazione del vino che se ne trae.