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Ottimo vino bianco di Sardegna con un intenso e luminoso colore paglierino. Si apre con una vasta gamma di profumi tra cui emergono sambuco, agrumi e sentori minerali. Ha un sorso sapido, verticale e dinamico, con un finale lungo e caratterizzato da una bella bevibilità.
Storia e caratteristiche del Nuragus, generoso vitigno sardo
Selvaggia, affascinante, autentica, la Sardegna è la dimora del Nuragus: un vitigno che già nel nome rivela la sua appartenenza a quest'isola straordinaria. Non è semplice ricostruire le tappe del viaggio che lo condusse verso le coste sarde. Le evidenze storiche sono rare, la loro interpretazione non sempre univoca. La maggior parte degli esperti considera certo il legame del Nuragus con i Fenici che tra il IX e l'VIII secolo a.C. raggiunsero la Sardegna, intessendo con le popolazioni locali intensi rapporti commerciali e culturali. Questi valorosi navigatori non portavano con sè solo stoffe pregiate e preziosa porpora ma anche tralci di viti vigorose, che trovarono in Sardegna un habitat ideale.
Questa teoria sarebbe confermata dall'etimologia del nome Nuragus. Probabilmente derivante alla parola "nur", ovvero "fuoco" nella lingua fenicia, starebbe a indicare il colore rosso vivo che le bacche di Nuragus acquisiscono quando maturano a lungo al sole. La sua diffusione non conobbe soste nel corso dei secoli, divenendo di gran lunga il vitigno più coltivato nelle aree di Cagliari e Oristano, fino al Sulcis e all'Iglesiente. Solo la comparsa della Filossera, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, poté arginarlo. Il Nuragus seppe però superare anche quest'avversità. Creata nel 1974, la DOC Nuragus di Cagliari segna il riconoscimento della storia millenaria del Nuragus e dell'inestimabile valore delle antichissime tradizioni vitivinicole sarde.
Caratteristiche del grappolo e della pianta di Nuragus
Il Nuragus è un vitigno a bacca bianca molto produttivo. Le sue bacche dorate dai riflessi verdognoli mostrano dimensioni medie e forma sub-ovoidale. Mediamente ricoperta di pruina, la buccia è consistente e spessa. I grappoli, che si presentano spesso alati, sono caratterizzati da dimensioni medio-grandi e forma conica o cilindrico-conica. Il Nuragus germoglia, fiorisce e matura tardivamente, pertanto la vendemmia si svolge nella III o IV settimina di Settembre.
Vinificazione delle uve Nuragus
Il Nuragus viene vinificato prevalentemente in purezza, per portare sino al calice la naturale freschezza e la delicata aromaticità che lo caratterizzano. Numerosi produttori preferiscono eseguire in acciaio sia le fermentazione che l'affinamento: un metodo ideale per esaltare i profumi tipici del vitigno. Per una migliore estrazione del colore e degli aromi, le uve sono spesso poste a macerare sulle proprie bucce per un periodo di 7-10 giorni prima di proseguire la vinificazione. Particolarmente interessanti sono i risultati della spumantizzazione, eseguita in genere secondo il metodo Martinotti-Charmat e preceduta da una sosta più o meno lunga sui lieviti. Una scelta vincente, adottata in epoca piuttosto recente dai maestri enologi sardi.
Caratteristiche organolettiche dei vini Nuragus
Il delicato colore giallo paglierino dei vini Nuragus ben rappresenta la loro eleganza e freschezza. Una freschezza che non ne nasconde l'intensità e la pienezza. Al naso, profumi netti di frutti a polpa bianca, pere e mele succose, abbracciano sentori fini di fiori di campo, attraversati da piacevoli note minerali e agrumate. Il sorso è caldo, secco e morbido, sostenuto da una gradevole acidità sino al finale, persistente e appagante. Le versioni frizzanti mostrano una spuma evanescente e maggiore acidità. Gli spumanti, sapidi e espressivi, vantano un perlage fine e vivace e una beva immediata, molto piacevole.
Caratteristiche del territorio vocato per la coltivazione del Nuragus
Come stabilito dal disciplinare, l'area vocata per la coltivazione delle uve destinate alla produzione del Nuragus di Cagliari DOC si estende nelle provincie di Cagliari, Oristano e Medio Campidano. La regione che, per secoli, è stata la culla del vitigno non è però un habitat omogeneo. Accomunate dall'intenso soleggiamento, dalla presenza di costante di benefiche brezze marine e da una buona escursione termica tra giorno e notte, queste zone presentano terroir diversi. Sedimenti marini di origine paleozoica si mescolano a terreni di natura vulcanica e alluvionale. Suoli ricchi di sabbia e arenaria caratterizzano il Sulcis e l'Iglesiente, porfido e granito abbondano a sud-est. Il Nuragus sa adattarsi egregiamente ai diversi tipi di suolo, preferendo comunque i substrati freschi e profondi e le altitudini comprese entro i 500 m s.l.m.
Il Nuragus e il Viceré della Sardegna: storia di un incontro decisivo
Se la viticoltura sarda ha saputo affermarsi, superando le alterne vicende storiche, si deve anche alla lungimiranza del nobile Carlo Amedeo San Martino d’Agliè, designato Viceré di Sardegna nel 1735. Valoroso ufficiale formatosi in Francia, seppe farsi apprezzare dai sovrani sabaudi, ricoprendo numerosi ruoli di governo fino ad approdare in Sardegna. Qui fece sentire la sua positiva influenza, imponendo che venisse ripresa coltivazione della vite non solo nei territori storicamente vocati ma anche in quelli considerati idonei. Provvedimenti oculati, volti a combattere la povertà e lo spopolamento delle campagne attraverso la valorizzazione delle secolari tradizioni locali. Insieme agli altri vitigni autoctoni, il Nuragus se ne avvantaggiò, divenendo il vitigno re della Sardegna sud-orientale.