CuriositĂ  sul vino

Vini sottomarini: la scoperta dello Champagne dell'800 nel Mar Baltico

di Winepoint Staff 29/09/2017
Vini sottomarini: la scoperta dello Champagne dell'800 nel Mar Baltico Vini sottomarini: la scoperta dello Champagne dell'800 nel Mar Baltico

I vini sottomarini fanno riferimento ad una scoperta tanto casuale quanto importante. I fatti risalgono al 6 luglio 2010, quando una squadra di sommozzatori, immersa nel Mar Baltico al largo delle isole Åland, trovò i resti di un relitto. L’assenza di indicazioni, unita alla scarsa visibilità, rese vani i tentativi degli uomini di riconoscere l’imbarcazione. Uno di loro, però, si imbatté in una bottiglia che portò in superficie. Quando ne bevvero il contenuto ci fu la prima sorpresa: era vino dolce.

Nei mesi successivi le scoperte e le sorprese si susseguirono. Nella nave, affondata intorno al 1840, erano presenti 168 bottiglie. Queste contenevano champagne prodotti da tre case storiche: la Juglar, la Veuve Clicquot Ponsardin e la Heidsieck. Ma la cosa veramente sorprendente, al di là del ritrovamento, era proprio la qualità dei vini. Questi, infatti, avevano mantenuto pressoché invariate le loro principali caratteristiche organolettiche.

Attraverso un’analisi chimica si sono messi a confronto gli champagne, di ieri e di oggi, da Veuve Clicquot. Rispetto a quelli attuali, i vini sottomarini hanno un alto contenuto di ferro e rame, una minore gradazione alcolica (9,5% contro 12,5%) ed un sapore molto dolce (circa 150 grammi/litro di zucchero per litro contro gli attuali 6-12 grammi/litro degli Champagne Brut). Queste differenze rispecchiano la pratica di vinificazione e i gusti del XIX secolo. Fino al XIX secolo lo Champagne era infatti delicatamente dolce e veniva servito in calci ampi per meglio assaporarne gli aromi fruttati (se vuoi approfondire la storia dello Champagne leggi l'articolo "Champagne: l'evoluzione del gusto e la Belle Epoque").

Il buio e le particolari condizioni del Mar Baltico hanno sicuramente favorito la conservazione delle bottiglie. Ma in Veuve Clicquot hanno deciso di non lasciare nulla al caso. Qualche anno fa, infatti, ha deciso di condurre un esperimento per valutare l’effetto dell’invecchiamento post-degorgement dello champagne sott’acqua. Per fare questo ha deciso di calare, per mezzo di una particolare struttura d’acciaio, 350 bottiglie di sua produzione nel fondo del Mar Baltico, nello stesso luogo del ritrovamento. Si tratta di 100 bottiglie e 50 magnum di Carte Jaune, 100 bottiglie di Demi-sec e 100 di Vintage Rosé 2004.

L’obiettivo dell’esperimento è quello di verificare l’invecchiamento dello champagne in un arco temporale di 50 anni. In questo modo sarà possibile avere un quadro e preciso relativo al processo in questione. Le bottiglie “di controllo” sono ovviamente quelle che non hanno subito l’immersione, mentre quelle in fondo al mare verranno fatte riemergere ad intervalli di qualche anno per valutare l’entità di ogni possibile differenza.

A questo punto solo il tempo potrĂ  dire se i vini sottomarini di oggi riusciranno a conservarsi come quelli del 1840.