Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Vini Italiani e Vini Francesi. La battaglia del prezzo

di Valerio Sisti 12/09/2020
Vini Italiani e Vini Francesi. La battaglia del prezzo Vini Italiani e Vini Francesi. La battaglia del prezzo

Ogni anno vengono pubblicate le stime riguardo le esportazioni di vino, ovvero gli ettolitri prodotti da ogni Stato che vengono venduti al di fuori dei propri confini. I due principali attori di questa classifica sono ovviamente Italia e Francia, i due paesi più produttivi al mondo.
Da ormai diversi anni il gap di esportazioni si è azzerato e l’Italia ha più volte sorpassato la Francia nella classifica del numero di bottiglie vendute oltre confine. Molti i mercati conquistati: dagli storici Inghilterra e Stati Uniti fino al moderno mercato cinese.
Ciò che non accenna a voler diminuire, figuriamoci ad azzerarsi, è il gap di prezzo tra una bottiglia di vino francese e una italiana. Il caso emblematico che fotografa plasticamente la situazione è quello di Champagne e Prosecco, con il secondo che ha ormai battuto il primo per quantità, ma che mantiene delle soglie di prezzo risibili confronto le bollicine d’oltralpe.
Una differenza notevole, che diventa enorme se si parla di etichette top di gamma, dove i grandi Borgogna e Bordeaux spuntano prezzi che solo poche etichette italiane riescono ad avvicinare.
Perché questa differenza di prezzo? Perché i francesi riescono ad aggredire il mercato senza dover abbassare i prezzi, mentre gli italiani spesso sfruttano la leva del basso prezzo per vendere di più?
Semplificando un argomento che certo semplice non è, potremmo individuare almeno quattro fattori: tempo, marketing, mentalità, classificazione. Tutte cose tra loro interconnesse e che agiscono in sinergia, vediamo come.

Tempo. I francesi sono partiti molto tempo prima. Non per la produzione di vino, ma per la sua regolamentazione, classificazione, per le operazioni di marketing. I primi vini etichettati e venduti in bottiglia e non in botti, recanti il nome del produttore e non della generica zona di origine sono francesi e sono molto antecedenti agli italiani. Facciamo un esempio, nel 1855 Napoleone III classificava le vigne di Champagne, comune per comune; la prima Doc italiana arriva solo nel 1966.

Quindi i francesi hanno cominciato prima a fare marketing, ma la loro azione volta a comunicare il pregio dei loro vini è favorita da un altro importante fattore: la classificazione. In Italia facciamo a gara a creare la Doc più piccola, quella con l’area di produzione più ristretta e conseguentemente con il minor numero di bottiglie prodotte. In Francia Bordeaux vanta il primato di essere l’area di produzione di vini di qualità più grande al mondo. Come questo incide sul prezzo? Semplice, se l’importatore deve investire soldi per far conoscere Bordeaux in Cina, poi si trova a disposizione un numero di bottiglie da vendere sufficienti a rientrare del suo investimento, mentre se spende dei soldi per far conoscere la piccola Doc italica, poi si trova così poche bottiglie disponibili alla vendita tali da non riuscire a rientrare dell’investimento, che infatti non fa.

Ma se l’area è vasta il prezzo non dovrebbe essere basso? No, perché i francesi fanno all’interno di ogni area una classifica, diversa nei modi, ma pur sempre una classifica. I produttori meno premiati potranno anche avere da ridire quando vedono il proprio Château o il Climat dove hanno le vigne considerati meno del vicino, ma lo accettano, perché capiscono che se una bottiglia prodotta all’interno del Clos de Vougeot costa tantissimo, quella prodotta appena fuori dal Clos non costerà la stessa astronomica cifra, ma sarà pur sempre una cifra alta. Ecco perché indicare le migliori produzioni, consentendogli così di vendere a prezzi molto elevati, fa comodo anche alle aziende meno riconosciute, che comunque venderanno ad un prezzo medio di tutto rispetto. In Italia, mai in nessun luogo è stato dato di abbozzare una classifica: quella vigna è migliore delle altre, quella azienda è migliore delle altre. Mai. Tutto è legato al marketing della singola azienda ma nulla è strutturale indipendente e riconosciuto.

Infine la mentalità, che ha portato i francesi ad avere a volte le cantine piene ed il vino invenduto ma mai ad abbassare il prezzo: la grandeur!