I Viaggi di Giovanni

Musica in bottiglia tra Chianti e Valdarno

di Daniel Gutierrez 10/02/2022
Musica in bottiglia tra Chianti e Valdarno Musica in bottiglia tra Chianti e Valdarno

“Adesso mollo tutto, compro una tenuta in campagna e mi metto a fare il vino.”
Questa è la frase che molti di noi hanno detto almeno una volta nella vita, molto probabilmente dopo una lunga giornata in ufficio, o dopo qualche bicchiere di troppo della nostra bottiglia preferita, con i pensieri persi dentro al sogno.
Gli occhi si chiudono e ci immaginiamo mentre percorriamo la strada sterrata che conduce all’entrata della nostra proprietà. I cipressi ondeggiano dolcemente, cullati dal vento estivo, e dopo aver varcato la soglia della villa del ‘500, costeggiamo sulla sinistra la vigna più vocata, quella da cui viene creato ogni anno il nostro vino preferito


degustazione vini tenuta il palagio

 

Smettendo momentaneamente di sognare, non possiamo negare che questa è stata la sensazione che abbiamo avuto durante l’ultima visita che abbiamo fatto. Giovanni, titolare di WinePoint, viaggia da anni per cantine ed è proprio questa passione che lo ha spinto ad aprire l’attività nel 2015. Noi nel dubbio lo accompagniamo, sia mai che riusciamo ad assaggiare qualcosa di buono.
Siamo a cavallo tra Chianti e Valdarno, e se il primo territorio non ha bisogno di presentazioni, di fatto sinonimo di Toscana in tutto il mondo, il Valdarno è una nuova realtà, dove la Denominazione di Origine Controllata è nata solo nel 2011 con una ventina di produttori ma già nel 2019 ha iniziato il procedimento per diventare la prima DOC in Europa a essere completamente biologica, una visione innovativa che riflette il forte carattere BIO italiano (nazione, l’Italia, che è prima al mondo per superficie vitata a coltivazione biologica).
Viaggiando verso l’azienda ci colpisce una particolarità del territorio Valdarnese, ovvero le “Balze”, formazioni rocciose costituite da sabbie, argille e ghiaia, alte fino a un centinaio di metri, di forme diverse e intercalate da profonde gole. Presenti nella Val d’Arno tra Firenze e Arezzo, sono quello che rimane dell’antico fondale di un grandissimo lago originariamente lungo circa 40 km e profondo qualche centinaio di metri, che nel corso di 5 milioni di anni si è lentamente ritirato, erodendo lentamente queste affascinanti formazioni rocciose e lasciandole allo scoperto per noi, da ammirare.

 

val d'arno territorio formazioni rocciose

 

val d'arno territorio formazioni rocciose 2

 

Le premesse paesaggistiche sono decisamente interessanti e mentre ci dirigiamo verso i monti del Chianti, arriviamo finalmente in azienda, dove incontriamo la personalità dirompente di Tony Sasa, Sales Manager dell’azienda, che ci accompagna tra la Villa storica, la residenza degli ospiti e i 350 ettari della Tenuta il Palagio, di cui circa una trentina impiegati alla viticoltura.
Qui dagli anni 90’ vivono Trudie Styler e Sting, che amando da sempre la Toscana, hanno deciso fin da subito di investire in quello che di meglio offre il territorio: la bellezza paesaggistica e l’agricoltura. Al “Farm Shop” infatti è possibile acquistare ciò che viene direttamente prodotto nella tenuta che va oltre il vino: verdure, confetture, insaccati e olio extra vergine d’oliva.

 

when we dance tenuta il palagio

 

Dobbiamo ammettere che eravamo curiosi di assaggiare i vini della tenuta per giudicare di persona se fossimo davanti a vini di qualità e di territorio o agli ennesimi “celebrity wine” che sono sempre più un fenomeno comune e che spesso, dietro la facciata di un vino accattivante a livello di marketing, lasciano a desiderare su altri aspetti.
Non crediamo sia il caso dei vini che abbiamo bevuto.
“Message in a Bottle”, toscana IGT a prevalenza sangiovese, è un vino fresco e pronto da bere subito, a nostro avviso da aprire durante il pasto.
Bevendo invece “When We Dance”, un Chianti DOCG con sangiovese, canaiolo e colorino, chiediamo a Tony di riempirci il calice almeno un paio di volte in più. Un vino quotidiano in cui un sorso tira l’altro, sentiamo al naso un bel frutto rosso maturo e in bocca una piacevole armonia, dove il tannino è appena accennato.
Per finire “La Duchessa”, un Chianti Riserva DOCG che al naso ci fa capire subito che stiamo assaggiando un vino diverso, dove la complessità è la caratteristica a cui fare attenzione. Oltre al frutto, spezie, qualche nota balsamica, mantenendo in bocca una grande eleganza e una lunga persistenza.
Siamo rimasti positivamente colpiti dalla qualità di vini e dalla loro capacità di esprimere il territorio dal quale provengono. Il messaggio nella bottiglia, per citare Sting, è che i vini prodotti alla tenuta sono l’insieme del lavoro di più parti. La determinazione di Trudie di mettersi in gioco in prima persona per i propri vini, il nome legato ai brani di Sting e il suo contributo artistico, ma anche la cura della parte enologica, in mano a Riccardo Cotarella, e la persistenza e la passione di Tony e del suo team nel raccontare e vendere i vini dell’azienda a chi ancora non li conosce.
L’etichetta del “When We Dance” è un ottimo riassunto del lavoro che si fa alla Tenuta il Palagio: la forte personalità di Catwoman che ci delizia con un gesto elegante e armonioso, in bilico su due bottiglie vuote, a significare il mantenimento di un prezioso equilibrio tra uomo e territorio.