Guide

L’acquavite: il distillato unica buona azione del diavolo

di Winepoint Staff 04/12/2017
L’acquavite: il distillato unica buona azione del diavolo L’acquavite: il distillato unica buona azione del diavolo

La leggenda dell’acquavite

Le prime notizie relative all’acquavite come bevanda superalcolica risalgono al XIV secolo: questo tuttavia non esclude che questa bevanda fosse prodotta anche prima. Le vicende di questo prodotto sono leggendarie, tanto che gli antichi Egizi ed Assiri già conoscevano le tecniche di distillazione, che venivano soprattutto utilizzate per la creazione di essenze profumate.

Da cosa si ricava l’acquavite

L’acquavite o distillato è un prodotto alcolico che deriva dalla distillazione di un prodotto liquido zuccherino fermentato, genericamente di origine vegetale: cereali, tuberi amidaceii, radici, frutti o vino.

I distillati come l’acquavite rientrano nella categoria delle cosiddette bevande spiritose, ovvero bevande alcoliche destinate al consumo umano. Proprio con riferimento alla loro definizione, queste bevande hanno caratteristiche organolettiche particolari e un titolo alcolimetrico minimo di 15 % vol.

Teoricamente è possibile ricavare un’acquavite da qualsiasi tipo di materia zuccherina fermentabile. Nonostante ciò, le materie prime che vengono maggiormente utilizzate per la produzione dell’acquavite sono principalmente il vino, da cui si ottengono il brandy, l’armagnac, il cognac e il pisco; le vinacce, dalle quali si ricava la grappa; il mosto d’uva da cui si ottiene l’acquavite d’uva; il sidro, da cui si produce il calvados; la canna da zucchero, da cui si ricava il rum e la cachassa; i cereali, da cui si ottengono il whisky, il gin, in parte la vodka e altri tipi di spiriti bianchi; le radici e i tuberi amidacei o zuccherini, dai quali si ottiene la vodka e altri spiriti bianchi; infine numerosi frutti, da cui si ottengono acquaviti come il slivovitz e il kirsch.

Produzione in alambicco

Lo strumento per ottenere un distillato è il distillatore o l’alambicco. Gli alambicchi utilizzati per la produzione dei distillati possono essere di due tipologie: discontinui o continui.

L’alambicco di tipo discontinuo è composto dai seguenti strumenti: una caldaia in rame; un coperchio che convoglia i valori idroalcolici nel collettore; un collo di cigno che si diparte dal duomo e si ricongiunge alla caldaia con il refrigeratore; un refrigeratore; una provetta di saggio per controllare il grado alcolico del distillato.

L’alambicco di tipo continuo si compone invece di due alte colonne di distillazione. Il funzionamento dell’alambicco continuo può essere suddiviso in varie fasi: la miscela alcolica entra nella colonna analizzatrice; la flemma passa nella colonna rettificatrice; i residui acquosi si depositano sul fondo; i vapori vengono raffreddati da nuovi residui di distillazione; il cuore si riconverte in liquido; gli ultimi residui sono eliminati e sottoposti ad una nuova distillazione.