Vini Bianchi

Gaja: storia e origine della cantina

di Winepoint Staff 04/08/2017
Gaja: storia e origine della cantina Gaja: storia e origine della cantina

La cantina Gaja ha iniziato a produrre vino a Barbaresco, nelle Langhe, fin dal 1859, in quella che tuttora è la sede aziendale. Certamente da allora spazi e attrezzature sono sensibilmente cambiati mantenendo peraltro inalterate sia la passione sia l’artigianalità dei procedimenti di vinificazione. La filosofia di imbottigliare solo le annate migliori vendendo sfuse le altre, assieme all’idea del nome di famiglia protagonista sulle bottiglie, la ebbe Giovanni Gaja, mentre la rappresentazione cromatica delle etichette è stata scelta dal figlio Angelo, che l’ha affiancato nell’azienda di famiglia dal 1961 e ne è tutt’oggi al vertice: sull’etichetta il nero rappresenta il passato, vissuto, immutabile mentre il bianco rappresenta il futuro. Il passato come esperienza, il futuro come obiettivo. Gaja ha costruito intorno a sé l'immagine di un marchio forte e imprescindibile, simbolo di un vino che sa raccontare la poesia del proprio territorio nel bicchiere.

Gaja oggi è un brand con 92 ettari di proprietà condotti nel pieno rispetto della natura, per una produzione di circa 350.000 bottiglie annue. Bottiglie preziose, dai colli allungati, che rispecchiano la personalità di Angelo Gaja e del suo modo di intendere il vino.

Storia e origine Vini

Otto vini su dieci di Gaja sono venduti all’estero; in testa Stati Uniti e Germania, poi Svizzera. Questa cantina fra le Langhe piemontesi è riconosciuta in tutto il mondo per il mitico Barbaresco, un vino assunto al ruolo di vero e proprio status symbol, al pari di Château Lafite-Rothschild o Krug. Angelo Gaja, soprannominato in Francia “Il Re del Barbaresco”, ha saputo imporsi nel panorama vinicolo mondiale anche con il suo primo vino bianco, “Gaia & Rey”, uno dei migliori Chardonnay al mondo. La singolarità del produrre un vino bianco in una terra tradizionalmente vocata ai grandi rossi, tanto più impiantando e coltivando un’uva internazionale, è un’intuizione di Angelo Gaja, che spesso con le sue innovazioni ha rivoluzionato la vinificazione in Italia e soprattutto in Piemonte. Gaja sceglie di abbinare il terroir d’eccellenza delle Langhe alla varietà Chardonnay, vitigno che dà i migliori bianchi del mondo, come dimostrato dai vini di Borgogna. La vigna è piantata da Angelo nel 1979 ed il vino vede la luce nel 1983; matura 6-8 mesi in barrique. Il risultato è un successo. La cantina Gaja è stata la prima a usare le barriques, la prima ad adottare tappi lunghi oltre sei centimetri, la prima ad allungare i colli delle bottiglie. La prima in molte tecniche e, per i livelli di qualità raggiunti, anche nelle classifiche di gradimento.

Se il Barbaresco Gaja era già conosciuto e apprezzato a Roma nel dopoguerra, ai nostri giorni i vini Gaja sono stimati in tutto il mondo. Tra le bottiglie della cantina Gaja: Sorì Tildin, Costa Russi, Darmagi, Rossj-Bas, Sorì San Lorenzo, Sperss, Cremes, Magari, Promis. Un successo fatto di personalità e anima, non solo per le eccellenti uve (curate secondo un’ottica di qualità che inizia già dalla potatura invernale in vigna) o per la capacità di preservarne l’esclusiva purezza (come nel Barbaresco) oppure al saperle accostare magistralmente in bottiglia quanto nel coordinare la tradizione con l’innovazione dei tempi. Il vero tesoro dell’Italia, oltre al patrimonio di varietà autoctone, è la passione spesa da questi produttori nella ricerca e nell’innovazione.