Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Cru: tre lettere che fanno il mito

di Valerio Sisti 17/01/2021
Cru: tre lettere che fanno il mito Cru: tre lettere che fanno il mito

Alcuni termini tecnici del mondo del vino trasmettono un senso di prestigio, di ricercatezze ed unicità. È il caso di cru, parola francese di antica origine, che si scrive senza accento a si pronuncia di conseguenza senza enfatizzare la u finale.

Cru è maschile, pertanto si dice “il” cru ed ha un significato che ormai è universale, tanto da renderla parola di uso comune anche in italiano e spesso associata ai nostri vini, piuttosto che a vini di altre nazioni.

È bene però ricordare che l’origine della parola è comunque transalpina, nella traduzione infatti spesso viene dimenticato il concetto più ampio, che per i francesi è invece indissolubilmente legato a quelle tre semplici lettere. Si tratta del significato che la parola cru racchiude in sé; per capirlo meglio vediamo prima la semplice traduzione letterale.

Posto che un vocabolo specifico non c’è, perché come detto si usa quello francese, potremmo comunque abbozzare una traduzione con quelle che in Italia sono le MGA, cioè le Menzioni Geografiche Aggiuntive. Si tratta di nomi propri, uniti a quello della denominazione, che indicano uno specifico appezzamento di vigna dal quale proviene il vino in questione. Dunque un Barolo Cannubi, o un Barbaresco Asili, altro non sono che un Barolo proveniente dalla collina di Cannubi in ingresso al comune di Barolo e un Barbaresco le cui uve sono state vendemmiate nella striscia di terra, detta Asili, che costeggia una delle stradine che salgono verso Neive, nel comprensorio del Barbaresco docg.

Alla stessa stregua un Pinot nero di Borgogna Vosne Romanèe Les Petit è un vino che arriva dal cru Les Petit nel comune di Vosne Romanèe nel cuore della Borgogna.

Fin qui il parallelo è lineare a tutto sommato semplice da capire. Quello che non deve essere perso nella traduzione, o meglio nell’utilizzo del termine cru anche fuori dai confini francesi, è il senso più ampio che i Vigneron gli attribuiscono, ovvero il complesso equilibrio di terreno, microclima, tradizioni di lavorazione e stile dei vini, che fanno sì che un cru sia diverso da un altro e soprattutto che abbia senso individuarli e indicarli come diversi.
Dunque non una semplice delimitazione di un’area geografica, piccola quanto si voglia, bensì un insieme di fattori che rendono differenti i vini che provengono da quell’area specifica.

Un cru è quindi qualcosa di culturale prima ancora che geografico o enologico, è storia, tradizione, è nobiltà e prestigio. E a volte, spesso, è anche prezzo.

In ultimo, attenzione a non confondere cru con altri termini, sempre francesi, che hanno significati simili ma non coincidenti, ad esempio lieu-dit o clos; ne parleremo una prossima volta.