Abbinamenti e Ricette

Champagne: come servirlo e abbinamenti

di Winepoint Staff 04/07/2017
Champagne: come servirlo e abbinamenti Champagne: come servirlo e abbinamenti

Origine e provenienza

L’origine di questo vino si presume sia legata all’esistenza di un frate benedettino, Dom Pérignon, il quale avrebbe prodotto le prime bottiglie di champagne. In età ancora giovane, questo frate si recò nel 1670 all'abbazia d'Hautvillers, dove trovò il convento e gli appezzamenti terrieri in completo stato di abbandono. Essendo stato incaricato della produzione del vino, il giovane frate iniziò a selezionare le uve migliori, prestando particolare attenzione alle esigenze di ogni coltura, in base alla tipologia di terreno.

Durante gli anni, il frate appurò che lo champagne non è altro che la rifermentazione del vino, la quale implica una maggiore produzione di anidride carbonica e, quindi, di spuma e bollicine. Dopo essersi reso conto della qualità molto gradevole di questo tipo di vino, Dom Pérignon decise di perfezionarne la produzione.

A differenza dello spumante, che può essere ottenuto con diversi tipi di uva, lo champagne viene prodotto con un uvaggio specifico, tipico dell’omonima regione a nord della Francia, ovvero il Pinot Noir, il Pinot Meunier e lo Chardonnay.

Invecchiamento

Grazie al suo aspetto particolarmente longevo, lo Champagne è un vino molto versatile che, in base al suo periodo di invecchiamento, sprigiona aromi e profumi intensi tali da deliziare il palato anche dei più esigenti. Lo Champagne deve essere sottoposto al cosiddetto “dégorgement” (sboccatura in italiano), che molti ritengono sia la fase dell’invecchiamento vero e proprio. Questa operazione consiste nell’eliminazione dei residui dei lieviti, tramite congelamento dei colli delle bottiglie per creare un sedimento ghiacciato che serve per intrappolare le cellule morte rilasciate dai lieviti. Quando i tappi delle bottiglie vengono rimossi, la pressione spinge questo sedimento e, con esso, i residui di cellule.

Caratteristiche

Le caratteristiche dello Champagne dipendono molto dal uvaggio e, soprattutto, da quale varietà di uva predomina sulle altre. Se, ad esempio, la quantità di Chardonnay prevale sulle altre, il risultato sarà caratterizzato da aromi delicati e leggeri. Con una prevalenza di Pinot nero, il vino sarà più intenso e decisamente forte, mentre una maggiore concentrazione di Pinot Meunier produrrà un vino aromatico con note fruttate.

Come servirlo e abbinarlo

La conservazione dello Champagne è un’operazione piuttosto delicata che richiede particolari attenzioni. Le bottiglie, infatti, devono essere coricate all’esterno di eventuali cartoni, in un luogo fresco e asciutto, al riparo dai raggi solari che ne minacciano l’integrità e la qualità organolettica. Lo Champagne, inoltre, deve essere servito sempre fresco, ma mai ghiacciato: più lo Champagne è giovane, più si consiglia un consumo fresco, con una temperatura media di 7-8°C. Per raffreddarlo, puoi utilizzare i classici cestelli riempiti con acqua e ghiaccio, o puoi posizionarlo nel ripiano più basso del frigorifero tre-quattro ora prima di servirlo.

Lo Champagne va servito con il classico flûte a stelo lungo, da prendere per lo stelo e non per il calice, per non compromettere la qualità del suo perlage che potrebbe subire gli effetti del calore della mano.