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QUANDO E’ NATO WINE SPECTATOR

Esiste al mondo una rivista in grado di modificare gli equilibri del mercato del vino? Si esiste, si chiama Wine Spectator, è americana e nel 2019 ha compiuto 43 anni di onorato servizio.

Fu fondata a San Diego in California nel 1976 da Bob Morrisey e ceduta tre anni dopo all’attuale editore Marvin Shanken. Ovviamente nacque cartacea, nella forma del tabloid, mentre ora affianca alla versione stampata l’immancabile proposta on-line.

Quale fu il merito di Wine Spectator, tale da farla considerare la bibbia del vino, almeno in versione americana? Senza dubbio la precocità, l’essere la testata importante a trattare un tema fino ad allora considerato di poco conto: edonistico certo, ricco di storia e fascino, ma in fondo non degno di una pubblicazione di rilievo, che portasse alla divulgazione ad una vasta platea il fascino che il vino possiede.

Lucio Fontana fu il primo a pensare che si poteva andare oltre la tela, Picasso il primo a capire che un soggetto poteva essere ritratto simultaneamente in due pose diverse. In quel di San Diego, Wine Spectator capì che si poteva parlare di vino ad un pubblico vasto scientificamente e prosaicamente allo stesso tempo. Un successo.

Come in ogni cosa, tuttavia, il primato va conservato e spesso mantenere lo status raggiunto è più impegnativo che non il percorso fatto per arrivarci. Anche la prestigiosa rivista americana ha dovuto stare al passo con i tempi, fronteggiare la più agguerrita concorrenza, locale ed internazionale. Una delle frecce più efficaci al suo arco è stata l’introduzione del punteggio in centesimi per i vini degustati.

I vini non si raccontavano più solo attraverso le degustazioni, agli stessi venivano e vengono tuttora assegnati punteggi, che poi si traducono in premi.

 

COME AVVIENE LA VALUTAZIONE DEI VINI

La classifica in 100 non è redatta sull’analisi generica del vino, ma su un’analisi scintifica: il campione in degustazione viene analizzato dal degustatore per quel che riguarda svariate componenti esaminate separatamente, riconducibili all’aspetto visivo, a quello olfattivo, così affascinante e complesso, e naturalmente a quello gustativo. I giudizi dei singoli parametri vengono poi sommati, arrivando al massimo di cento centesimi che dovrebbe rappresentare la perfezione del vino.

La top 100 di Wine Spectator è una classifica che ogni anno viene attesa con ansia e trepidazione dalle più prestigiose cantine. Quale sarà il miglior vino dell’anno, quali vini si avvicineranno o addirittura raggiungeranno il mitico 100/100 nelle degustazioni degli esperti della rivista?

I più importanti produttori del mondo inviano i campioni delle loro migliori bottiglie sperando in un piazzamento nella top 10 con magari un punteggio di 95/100 o anche più alto.

Francia e Italia guardano alla classifica della rivista americana con spirito battagliero ogni anno, ad ogni presentazione della graduatoria gioiscono o si rammaricano a seconda che sia un vino transalpino o nostrano ad aggiudicarsi la prima piazza

 

COME IL PUNTEGGIO DI WINE SPECTATOR PUO’ INFLUIRE SULLE VENDITE ED IL PREZZO DI UN VINO

Nel 2018 è stato il Sassicaia 2015 di Tenuta San Guido ad accaparrarsi il premio, precedendo proprio un Bordeaux francese di Saint Emilion. Con il punteggio di 97 centesimi, il Bolgheri dei Marchesi Incisa della Rocchetta ha sbaragliato la concorrenza e si è avviato al successo. Un contributo, quello del premio vinto, che non è servito certo a garantire le vendite, mai state un problema per Sassicaia, ma che ha consentito un adeguamento delle quotazioni, aumentate quando, ai commenti positivi sull’annata, si sono aggiunti i prestigiosi premi ricevuti. Una ulteriore testimonianza di come la rivista sia in grado di cambiare le sorti di un vino, se non di un’intera azienda, specialmente quando il produttore coinvolto non è già blasonato come è stato invece per gli Incisa della Rocchetta.
Ora attendiamo Wine Spectator 2019, con un’altra classifica top 100 che di nuovo farà fibrillare il mondo del vino di tutto il globo.

La rivista oggi tratta i temi più svariati, sempre legati all’enogastronomia. Non mancano recensioni di ristoranti, premi alle migliori carte vino dei locali di mezzo pianeta, spunti di riflessione a 360 gradi sull’enogastronomia e sui personaggi che ne rappresentano l’eccellenza. La rivista leader mondiale è ormai a tutto tondo e rappresenta sempre più un punto di riferimento per gli appassionati del settore.

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