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James Suckling. Criteri di valutazione dei vini e dove acquistarli

Non si diventa campioni per caso, serve talento, dedizione, serve crederci sempre. A volte però il caso aiuta, anche quando si presenta sotto forma di un semplice invito paterno ad interessarsi a qualcosa. È andata cosi per James Suckling, una delle firme mondiali più autorevoli nel mondo del vino.

Fin da giovane, certamente dagli studi universitari, James si interessa al giornalismo, laurea e master in giornalismo e una carriera che inizia con la cronaca nera, ancor prima di completare il ciclo di studi. Suckling sembra avviato ad una brillante carriera con la penna in mano, non il bicchiere però, solo la penna, almeno per il momento.

Succede poi che il padre lo sprona ad interessarsi anche al mondo del vino, alla degustazione, ai grandi vini. James accetta il consiglio e su invito paterno comincia ad interessarsi di vino. Ecco come incredibilmente si possa passare dai crimini locali ai più grandi vini di tutto il globo.

 

È il 1981 quando James Suckling risponde ad un annuncio di lavoro di Wine Spectator pubblicato su una rivista locale. Il mondo del vino è ora la professione ufficiale e principale di Suckling, che solo due anni dopo, trasferirà armi e bagagli da Los Angeles, sua città natale, a San Francisco dove anche la rivista si trasferisce. Sono gli anni del boom di Wine Spectator, il vino comincia a diventare un fenomeno di massa.

Sono gli anni nei quali il benessere diffuso consente ad un pubblico sempre più vasto di accostarsi a piaceri della vita che prima erano troppo costosi per una platea di vasta scala. Le pubblicazioni a carattere enologico divulgativo, rivolte non ai tecnici ma agli amatori aumentano le tirature e i giornalisti più bravi emergono, è il caso di Suckling, che certamente in quanto a giornalista non era l’ultimo arrivato già allora.

L’esperienza sul campo arriva come per tutti strada facendo, già nel 1985 viene inviato in Europa da Wine Spectator per occuparsi stabilmente dei vini europei. Suckling vive a Parigi, poi a Londra prima di trasferirsi anche in Italia. Si occupa di vini francesi, in particolare di Bordeaux, di vini italiani e di Porto, vino che vede una pubblicazione dedicata a firma Suckling nel 1990.

Venti anni dopo, quando Suckling è ormai una stella tra i giornalisti enogastronomici di tutto il modo, viene annunciato l’addio consensuale del giornalista dalla rivista che egli stesso aveva contribuito a rendere celebre. Non si tratta di una meritata pensione, bensì dell’inizio di un cammino da solista, con la nascita del sito jamessuckling.com, che vede la luce proprio nel 2010. Da lì a personaggio pubblico, a conferenziere, a uomo immagine il passo è breve. Ovviamente non mancano ora i vini premiati da Suckling e la sua top 100, che si aggiunge alle migliori classifiche delle migliori testate internazionali.

 

Criteri di valutazione di James Suckling

Durante il periodo a Wine Spectator si calcola che Suckling abbia degustato almeno 4 mila vini all’anno, di questi larga parte erano italiani. Proprio riguardo alla degustazione, intervistato dal Corriere della Sera, spiegò che: “di solito si parte dal naso, dai profumi del vino. Ma per me questo aspetto è meno importante. Metto più enfasi su ciò che gusto in bocca; trovo la concentrazione di frutta, tannini, alcool e acido. L'elemento più rivelatore è la persistenza del gusto in bocca, il retrogusto. Un'altra cosa da tenere a mente è che un vino è come una persona, non ce n'è una uguale alla prossima. Dovrebbe essere un'emozione, non qualcosa di scientifico. Il buon vino è armonia, l'equilibrio di tutte le caratteristiche che cerco”.

Questa semplice risposta, che può sembrare banale, dovrebbe essere letta alla prima lezione del primo livello dei corsi per aspiranti Sommelier, dove invece troppo spesso si scambia il Sommelier per un cane da tartufi, uno che deve solo saper usare l’olfatto per individuare profumi, dimenticandosi che il vino si beve, non si annusa.

In attesa della classifica del prossimo anno, ripercorrendo i vini premiati negli ultimi 2 anni, troviamo tutte le eccellenze preferite da Suckling, Bordeax al primo posto, con un Saint Emilion, poi vini del nuovo mondo, un Porto e diversi vini italiani, tra i quali lo Scrio di Le Macchiole, il Solaia dei Marchesi Antinori ed il Sassicaia di Tenute San Guido. Perché la degustazione è professionale e il più possibile oggettiva, ma grazie a Dio l’uomo non è una macchina e il gusto personale, alla fine per tutti, incide sul giudizio.

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