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ROBERT PARKER – WINE ADVOCATE. CONOSCI ED ACQUISTA I VINI

Uno studente di legge, con una passione per la storia, storia dell’Arte in particolare, si innamora per caso del vino, quando dal Maryland raggiunge l’allora fidanzata, poi moglie, in Francia. L’Alsazia per la precisione, è il luogo esatto dove scatta la scintilla tra il giovane Robert e il mondo del Vino. Le dolci colline tra Eguisheim, Riquewhir e Ribeauvillè, tutte colorate dei lunghi filari di vigne, sono state il teatro di questa enoica folgorazione tra lo studente americano, probabilmente avvezzo più alla Coca-Cola che al nettare degli Dei, in quel caso sotto forma di Riesling, Gewurztraminer e Muscat dall’Alsace.

Il legame tra Robert Parker e il vino nasce lì, ma a prendere forma e sostanza vera ci vorranno ancora diversi anni. Dagli anni 70 infatti, Parker si laurea nel 1973, bisogna saltare di un decennio fino al 1984, quando, vero punto di svolta, Robert decide di abbandonare la sua attività di consulente bancario per dedicarsi completamente alla scrittura sul vino.

La sua pubblicazione, the Baltimore-Washington Wine Advocate, poi rinominata semplicemente “the Wine Advocate”, nasce infatti sul finire degli anni 70, lo stesso decennio che vide la nascita di Wine Spectator, ma solo a metà del decennio successivo, i risultati raggiunti gli consentirono di dedicarsi a tempo pieno al vino.

Nasce così “The Wine Advocate”, pubblicazione a carattere divulgativo sul mondo del vino. Nel 2006 alla versione cartacea verrà affiancato il sito internet e la relativa newsletter.

QUANDO NASCE LA STELLA ROBERT PARKER: IL BORDEAUX ANNATA 82

La storia di Parker è costellata di successi, il più importante è forse il primo, o uno dei primi. Siamo ancora negli anni 80, quando alla presentazione dei Bordeaux dell’annata ’82, Parker spiazza tutti esprimendo un giudizio più che lusinghiero sul millesimo in questione. Tutti gli altri giornalisti di fama mondiale avevano bollato invece l’annata 1982 come una delle peggiori per Bordeaux, con poca acidità e vini poco promettenti per i lunghi invecchiamenti necessari per i grandi Chateau della Gironda. Eppure basta poco tempo per rendersi conto che i maggiori critici hanno preso un abbaglio e invece Parker ci ha preso in pieno. Il 1982 viene infatti, di lì a poco e a tutt’oggi, considerata come una delle più grandi annate di Bordeaux del secolo scorso.

È la consacrazione di Parker come grande esperto di vini. Imprimatur che prosegue e si alimenta negli anni a venire, tanto che oggi Parker è considerato la firma più importante al mondo e il suo giudizio il più “pensate” dal punto di vista commerciale per le aziende.

LA CLASSIFICA DEI VINI ED IL SISTEMA DI VOTO DI ROBERT PARKER

La classifica firmata da Robert Parker è infatti una delle più attese ogni anno, soprattutto, la curiosità è vedere se qualche vino è riuscito nell’impresa di convincere a tal punto il prestigioso critico, da farsi assegnare i famosi 100/100. Cento centesimi che rappresentano la perfezione assoluta, ovvero il calice nel quale nulla potrebbe essere meglio di come è.

La scala in centesimi riprende il sistema di votazione scolastico americano. La comprensione è immediata, come lo sarebbe per una in decimi, ma con il vantaggio di poter definire meglio i punteggi, in decimi ad esempio, dal punteggio 8/10 a 9/10 il salto è netto, utilizzata invece una scala in centesimi il degustatore ha a disposizione l’81, l’82, etc. fino al 89.

Parker suddivide il giudizio del vino tra l’aspetto visivo, olfattivo e gustativo, assegnando a ciascun campo un punteggio massimo e suddividendo inoltre ciascun campo in ulteriori campi più dettagliati. Ne consegue un’analisi quasi scientifica del vino, se non proprio scevra dal fattore umano, quantomeno tanto dettagliata da obbligare il degustatore a prendere in considerazione ogni aspetto del vino, prima di esprimerne il giudizio finale, il quale altro non sarà che la somma dei singoli punteggi assegnati per ogni aspetto della degustazione.

Oggi Parker non è ovviamente solo, ha molti collaboratori, da lui selezionati e formati, che contribuiscono al successo di Wine Advocate, della guida e della classifica dei vini. Lo stile però di Parker c’è ancora e nonostante una valutazione dei vini così rigorosa, il gusto personale fa capolino più spesso di quanto si pensi. Fortunatamente siamo tutti umani. Gli americani amano i vini molto morbidi e corposi, preferiscono il soffice allo spigolo, spesso i vini che trovano il loro apprezzamento sono rotondi, strutturati e morbidi, con un tannino che seppur presente e sempre levigato.

Parker, ma non solo lui, ha certamente contribuito molto a formare questo gusto americano, che infatti predilige il legno all’acciaio, Bordeaux alla Borgogna, il Cabernet al Pinot.

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