poggio al bosco

Poggio al Bosco è una cantina a conduzione familiare che si trova nel cuore del Chianti, tra Firenze e Siena, e produce vino fin dagi anni 50.
Il nome della Cantina è strettamente legato al territorio. Poggio in toscano significa “Collina”. Poggio al Bosco sorge infatti su un collina circondata da verdi boschi.
Due sono gli aspetti che rendono speciali questi vini:
- l'amore e la cura che il vignaniolo Lorisse ha per le vigne e per il processo di vinificazione;
- il rispetto della tradizione e della cultura vinicola del territorio.
L'alta qualità delle uve ed il rispetto del terroir sono infatti i cardini per la preparazione del vino.
Il vino è il "bambino" del vignaiolo Lorisse. Lo cura, lo osserva, lo segue con attenzione e lo ama. "...Durante la vendemmia poi.... non si dorme proprio!! E' come curare un neonato. Gli si dedica tutto il giorno e tutta la notte...".
E tutto l'amore che Lorisse dedica alle viti ed alle uve, lo apprezziamo nel bicchiere.
Il Chianti ed il Chianti Riserva Poggio al Bosco sono prodotti secondo l’antica ricetta del 1872 del Barone Bettino Ricasoli. Ricetta che prevedeva la presenza di una piccola percentuale di uve a bacca bianca per conferire freschezza.
Nel Chianti Poggio al Bosco sono infatti presenti, nella misura del 10%, due uve a bacca bianca: il Trebbiano e la Malvasia Lunga del Chianti.

Curiosità
Bettino Ricasoli, soprannominato il Barone di ferro (1809 – 1880), è stato un politico italiano, sindaco di Firenze e secondo presidente del Consiglio del Regno d'Italia dopo Cavour.
Fu soprattutto ricercatore ed imprenditore vitivinicolo di grande lungimiranza, il fautore di uno dei vini più famosi nel mondo: il Chianti
Fece ricerche e sperimentazioni, con l’obiettivo di produrre in Chianti un vino di alta qualità, capace di competere a livello internazionale con i grandi vini francesi, all’epoca protagonisti indiscussi.

Di seguito un estratto della lettera in cui il Barone Ricasoli fissa la formula del Chianti:
“… Mi confermai nei risultati ottenuti già nelle prime esperienze cioè che il vino riceve dal Sangioveto (Sangiovese) la dose principale del suo profumo (a cui io miro particolarmente) e una certa vigoria di sensazione; dal Canajuolo l’amabilità che tempera la durezza del primo, senza togliergli nulla del suo profumo per esserne pur esso dotato; la Malvagia (Malvasia), tende a diluire il prodotto delle due prime uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoperabile all’uso della tavola quotidiana …"

Bello il commento di Poggio al Bosco nell'Annuario dei Migliori Vini Italiani 2015 di Luca Maroni:
"Davvero un bel bicchiere quello di Poggio al Bosco, ricco di spunti qualitativi eccellenti. Il Lunatico Toscana Bianco 2013 si segnala per la morbida fittezza del suo sapore; il rosa Estroverso per la avvolgente setosità del suo ciliegioso profumo, l'Equinozio per la cremosa balsamicità del suo manto di frutto e di spezie ancor nitido e turgido. Chiude un gran vino, il Cabernet Solstizio: la mora pura in confettura, dolce e polposa, clorofillosa e suadente risplende. Chapeau per le doti vitoenologiche rare evidentemente sottese"

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