La Masera
Il nome La Masera trae origine dal primo vigneto impiantato a Settimo Rottaro, ove era presente un muro di pietra a secco che, in dialetto, viene appunto chiamato "masera".
Un venerdì pomeriggio di fine Gennaio guidiamo attraverso le colline del Canavese, all’orizzonte le Alpi a perdita d’occhio, innevate e dipinte di arancione dal crepuscolo che avanza.
Ci accompagna una leggera brezza che tra poco impareremo essere la stessa che permette una corretta ventilazione dei vigneti di Erbaluce in cui ci troviamo improvvisamente immersi senza neanche accorgercene.
Arriviamo nell’azienda La Masera dove veniamo accolti calorosamente ed iniziamo subito la visita tra i filari con all’orizzonte il lago di Viverone.
La produzione di Erbaluce si concentra in questo particolare territorio, un altipiano compreso tra i 200 e i 350 metri di altitudine, delimitato a ovest e a nord dalle Alpi e a est dalla Serra Morenica di Ivrea.
E' in questo contesto crepuscolare e a tratti magico che ci viene raccontata la leggenda che da nome al vitigno. Dall’amore proibito nato tra il sole e la dea Alba, che abitava le colline di Caluso, nacque Albaluce che divenne famosa in breve tempo in lungo e in largo per la sua bellezza.
La gara tra gli abitanti della zona a fare un regalo sempre più bello si trasformò presto in disastro e portò all’inondazione di tutte le terre intorno al lago. Albaluce pianse questo disastro per giorni e notti intere e le sue lacrime, dalle proprietà miracolose, si trasformarono in tralci di vite che produssero uva bianca, che fu chiamata Erbaluce.
Affascinati fin da bambini da questo vitigno e memorabile zona sono Alessandro, Gian Carlo, Davide, Sergio, e Marco, un gruppo di amici che nel 2005 a Settimo Rottaro inizia il sogno de “La Masera”, con il desiderio di far rivivere la produzione dell’Erbaluce, che si narra nato proprio dalle mani sapienti dei contadini di queste terre.
Assaggiamo ovviamente l’Erbaluce vinificato in differenti modalità, “Anima d’Annata” è delicato profumi con note di mela verde, acacia, vaniglia e frutta esotica. La versione spumante “Masilé” invece è intenso, complesso, con note di crosta di pane e leggere sfumature tostate. Il sorso è asciutto, piacevolmente fresco, dotato di una buona struttura e una buona persistenza. Il passito, è la ciliegina sulla torta, ampio complesso e molto armonico.
Se viaggiate spesso in Piemonte, non puoi perderti questa incredibile zona e questa cantina emozionante.
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