bruno rocca

Non si può pensare al Piemonte vitivinicolo senza pensare alle Langhe e non si può pensare alle Langhe senza pensare a Bruno Rocca e alla sua Azienda Agricola Rabajà.

Presente sul territorio di Barbaresco fin dal 1834, la famiglia Rocca generazione dopo generazione coltiva e vinifica le migliori uve del territorio, provenienti dai più grandi vigneti delle Langhe collocati in località Rabajà.
La storia dell’Azienda Agricola della famiglia Rocca comincia nel comune di Barbaresco in provincia di Cuneo, attorno al 1864 con la proprietà di una tenuta e relative vigne stanziate all’interno del comune.
Francesco, l’avo fondatore di Bruno Rocca, si dedicava con cura ai terreni di famiglia, praticando l’agricoltura, l’allevamento del bestiame e la viticultura, vendendo quasi tutta la produzione per il sostentamento famigliare.
Nel 1958 la svolta: Francesco (nipote del fondatore e nonno di Bruno), acquista i vigneti nella zona di Rabajà, conosciuta da sempre per l’incredibile qualità dei suoi frutti e trasferisce l’azienda di famiglia da Barbaresco a questa piccola località.
Con l’arrivo di Bruno poi tutto cambia ulteriormente e grazie alla sua intuizione nel 1978 le uve non vengono vendute ma vinificate e imbottigliate sotto il nome della famiglia Rocca.
Bruno approfitta della buona riuscita dei suoi vini e del momento favorevole per modernizzare l’azienda e renderla più competitiva e vicina alla sua filosofia.
Lo scopo finale è quello di produrre vini unici e genuini figli del territorio e in particolare del “cru Rabajà”.
La gestione dei vigneti assume un ruolo fondamentale nella visione di Bruno Rocca che passa da pratiche volte a massimizzare la quantità a pratiche per aumentarne ed esaltarne la qualità e l’espressività.
Negli anni ‘90 l’azienda Rabajà acquista inoltre nuovi vigneti coltivati a varietà come barbera, chardonnay e dolcetto, ampliando così la gamma di etichette offerta.
Anche l’approccio in cantina è concentrato ad assecondare la natura e i suoi frutti, a volte grazie all’esperienza, all’innovazione e alla tecnologia, a volte solo praticando l’arte della pazienza senza forzature per garantire in ogni lavorazione l’integrità delle uve.
A questo scopo i grappoli vengono selezionati e raccolti a mano durante la vendemmia, quindi nuovamente verificati all’arrivo in cantina, dove sono delicatamente diraspati.
La fermentazione alcolica e quella malolattica sono svolte spontaneamente e i vini riposano e affinano in botti selezionate dalla famiglia e stagionate per almeno 40 mesi con metodi naturali. L’imbottigliamento avviene infine senza chiarifiche e filtrazioni, con il minor uso di solforosa possibile.
Ne risultano vini che spiccano per riconoscibilità territoriale e piacevolezza di beva anche in giovane età, dove il protagonista è ovviamente il Barbaresco, declinato in molteplici varianti.
Ottimo e da provare assolutamente il Barbaresco DOCG “Rabajà” di Bruno Rocca, anche nella tipologia Riserva, entrambi di grande eleganza e pluri-premiati dalla critica nazione e internazionale.
Seguono la versione base del Barbaresco DOCG e il Nebbiolo Langhe DOC “Fralù” dal sorso fruttato ed equilibrato.

 

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