Articoli del Sommelier Valerio Sisti
Vino bianco della Puglia
02/06/2017Negroamaro, Primitivo, Nero di Troia, Sussumaniello, Aleatico e molti altri ancora, tutti vitigni molto coltivati in Puglia e tutti a bacca rossa. In effetti quando si pensa al tacco dell’italico stivale si pensa ai suoi grandi rossi, almeno un paio di essi, Negroamaro e Primitivo sono conosciuti da tutti.
La Puglia però, che per quantità di produzione è da sempre una delle regioni più prolifiche d’Italia, è anche patria di pregevoli vini bianchi; Verdeca, Malvasia, Fiano Minutolo, Moscato e poi Bombino bianco, Fiano, Falanghina, tutte uve a bacca bianca che colorano le pianure e i rilievi di una regione accogliente e vasta.
I Vini Bianchi e i Vini Rossi di Puglia erano già famosi al tempo dell’impero romano. La produzione di buon vino è infatti molto antica; l’onnipresente Plinio il Vecchio ne parla e cita nella sua Storia Naturale i vini bianchi di Taranto. Incredibile a dirsi ma fu un vino bianco della Puglia a guadagnarsi le luci della ribalta prima dei rossi che oggi conosciamo.
Ancor prima dell’impero romano, anche i Greci trovarono una viticoltura fiorente. Possiamo immaginare la sorpresa dei coloni ellenici, abituati a portare ovunque il verbo della vite, profeti di una coltura generalmente sconosciuta che, giunti in Puglia, trovarono vigneti vignaioli e vini già ben attrezzati per conto loro. Nemmeno ai Fenici, prima dei Greci, andò meglio; anche loro, convinti di essere padroni del sapere enoico dell’epoca, rimasero probabilmente di stucco quando videro i contadini pugliesi gestire la vite da maestri e con ottimi risultati.
La produzione non è mai venuta meno, nemmeno nel tormentato Medioevo, quando le navi pugliesi rifornivano di vino le terre del nord, più fredde e meno ricche di vigneti. Una tradizione commerciale che ancora è in uso, tant’è, come segnalavo prima, che la Puglia è ancora oggi una delle regioni più produttive al mondo.
Occorre anche notare che tutte le aree della Puglia, che è montana solo per un 1,5% del suo territorio, sono ovunque interessate dalla coltivazione della vite, dal Gargano a Otranto. Viti ce ne sono ovunque! Anche per questo la produzione è assai ricca.
I rossi sono generalmente corposi, di media struttura, molto morbidi, grazie anche ad un tenore alcoolico spesso rilevante e si prestano ad un invecchiamento minimo, in alcuni eccellenti casi l’affinamento può essere più lungo, ma salvo appunto bottiglie particolari è meglio non eccedere con l’invecchiamento.
Anche per i vini bianchi della Puglia vale un discorso simile; il clima caldo, completamente mediterraneo, consente di produrre vini da uve ben mature, ricche di succo e zuccheri in abbondanza, ma spesso non altrettanto generose di acidità. E’ pertanto consigliato, sempre restando in tema di forti generalizzazioni, di non invecchiare troppo i vini bianchi pugliesi, spesso infatti è proprio la loro fragranza e pienezza di frutto a renderli gradevoli, aspettare del tempo potrebbe servire a poco.
Godiamoceli subito dunque, freschi, giovani, fruttati e corposi. Ecco tre cantine pugliesi: Varvaglione Vigne e Vini, San Marzano e Conti Zecca.
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