Curiosità sul vino

Vini aromatizzati

di Winepoint Staff 20/10/2017
Vini aromatizzati Vini aromatizzati

I vini aromatizzati non sono vini tradizionali o, come si definirebbero in gergo, vini da tavola, quindi adatti ad accompagnare piatti di diversa tipologia. Appartengono a questa categoria quelli che meglio si sposano a momenti dopo pasto e sono perfetti come vini da meditazione.

Una delle immagini che possono meglio descrivere uno degli istanti ideali destinati al consumo di questa tipologia è, ad esempio, un momento di relax con un buon libro tra le mani, magari accanto al fuoco di un camino acceso. Ma a parte ciò, i vini aromatizzati presentano specifiche caratteristiche, che li discostano dai vini in senso stretto, derivanti direttamente da uno specifico processo di rifermentazione.

Descrizione del processo

I vini aromatizzati hanno radici molto antiche: si narra che i Greci e i Romani facessero fermentare con acqua di mare o piante aromatiche il loro vino in grosse anfore allo scopo di conferirgli un sapore particolare. Ad oggi in fondo non è cambiato molto poiché il concetto base dell’ottenimento del vino aromatico è lo stesso.

Il processo di produzione del vino aromatizzato consiste nella rifermentazione del vino base in botti di rovere, aggiungendo zuccheri, alcool denaturato e piante aromatiche di diversa tipologia, a seconda del prodotto che si vuole ottenere. Questo meccanismo ha una durata di almeno 15 giorni e otterrà un vino dal sapore forte e dalla gradazione alcolica superiore ai 16°.

Un’operazione essenziale è l’eliminazione delle fecce che potrebbero disturbare il gusto del vino ottenuto una volta terminata la fermentazione: ciò si verifica mediante filtrazione. Esempi di vini aromatizzati sono: il Barolo Chinato (aromatizzato con china e rabarbaro), il Vermut (aromatizzato con assenzio maggiore o artemisia) o il Marsala (aromatizzato con tuorli di uova).

Caratteristiche del processo

Parte importantissima del processo la svolgono in concomitanza l’alcool, gli zuccheri e le piante aromatiche. Il contenuto aggiunto di alcool e zuccheri riesce a estrapolare l’essenza degli aromi immessi in botte fino a disperderla completamente nel vino.

É per questa ragione che le fecce devono essere eliminate, altrimenti possono guastare il vino una volta che hanno esaurito la loro peculiare funzione. Quello che rimane come caratteristica, oltre al sapore forte, è un grado alcolico superiore ai vini da tavola che non è mai inferiore ai 16°.