Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Un classico piatto estivo: insalata di riso. Che vino abbiniamo?

di Valerio Sisti 16/06/2018
Un classico piatto estivo: insalata di riso. Che vino abbiniamo? Un classico piatto estivo: insalata di riso. Che vino abbiniamo?

Con l’abbinamento cibo vino un po’ si può giocare, anzi direi che si deve. Prendiamo ad esempio un classico piatto estivo: l’insalata di riso. Dopo aver analizzato prosciutto e melone, proviamo questa volta ad associare il vino ideale ad un altro piatto tipico dell’estate.

Invece di procedere come di consueto, cioè arrivando al vino ideale attraverso un’analisi del piatto, vorrei tentare un esperimento inverso, almeno in parte. Ovvero vorrei individuare brevemente le caratteristiche del vino, come faccio di solito, poi però provare ad associare sei vini, tre bianchi e tre rossi, una coppia del centro Italia, una del nord e una del sud e valutarne l’abbinamento con il piatto.

 

Bene, partiamo. L’insalata di riso ha, a mio avviso, tre componenti fondamentali: struttura leggera, leggera tendenza morbida, data dall’amido del riso prevalentemente, buona aromaticità data dal condimento. Quest’ultimo parametro ovviamente cambia a seconda di come cambia la ricetta. È un piatto estivo, bassa struttura e buona aromaticità sono caratteristiche abbastanza ricorrenti nei piatti dell’estate.

Facendo velocemente quindi, possiamo dire che il nostro vino dovrà essere: leggero, giovane e profumato. Leggero per non prevaricare la leggera corposità del piatto, giovane per possedere la giusta acidità che bilanci la tendenza dolce/morbido del riso e profumato per bilanciare gli aromi del piatto.

 

Partiamo dal nord Italia. Scelgo Trentino Alto Adige. Un rosso potrebbe essere la Schiava "Fass Nr. 9" Alto Adige DOC di Girlan. Un produttore che amo molto. È giovane, fa un passaggio in legno grande velocissimo e poi subito bottiglia, il tannino c’è ma è delicato; giusto così, infatti, non avevamo menzionato la tannicità tra gli elementi necessari.

 

Bianco: Sauvignon "Winkl" Cantina Terlano. Un vino con un rapporto qualità prezzo difficilmente battibile. Acido il giusto, Sauvignon al 100%, non solo inteso come varietà delle uve, ma anche come tipicità nel bicchiere. È giovane, fresco, profumato.

 

Centro Italia. Scelgo le Marche, con una nonna di Matelica; un po’ di campanilismo ci vuole. Esagero e scelgo uno spumante Metodo Classico: Extra Brut di Verdicchio Collestefano. Pecco di struttura, che forse è un filo eccessiva e sostituisco l’aromaticità del vitigno, dato che il Verdicchio ne possiede poca, con gli aromi tipici della spumantizzazione Metodo Classico. Potevo scegliere un abbinamento più azzeccato? Forse sì, ma il vino è molto buono, il che non guasta.

 

Rosso: Lacrima di Morro d'Alba Ciu' Ciu'. Solo acciaio, niente legno. Giovane, fresco, fruttato con poco alcool. Potrebbe andar bene. Forse anche qui un’ottava di struttura di troppo, ma perché non tentare, ho detto che è un gioco!

 

Sud: Grillo "SurSur" Donnafugata. Il Grillo è un’uva eccezionale, si fanno dei bianchi di grande carattere in Sicilia con questa varietà. Ne scelgo uno giovanissimo e leggero, solo acciaio, cemento e vetro per un bianco Siciliano che non supera i 13 gradi alcoolici. Perfetto.

 

Ora il rosso, voglio chiudere in bellezza e per restare in Trinacria scelgo il Frappato Feudo di Santa Tresa. Un Vino biologico, con tappo a vite (indiscutibile segno di intelligenza del produttore), fresco da servirsi anche leggermente freddo. Ha una buona acidità, colore scarico, tannini mai eccessivi, buoni profumi, fa al caso nostro.

 

Era un gioco e tale è stato, però chi avesse voglia di provarli davvero tutti questi abbinamenti scoprirebbe che non sono poi male e che tutto sommato i vini stanno bene con un piatto estivo come l’insalata di riso, a testimonianza che le regole dell’abbinamento devono essere sempre prese con un po’ di fantasia