I Viaggi di Giovanni

Un bicchiere di Rimini da una finestra colorata

di Daniel Gutierrez 20/04/2022
Un bicchiere di Rimini da una finestra colorata Un bicchiere di Rimini da una finestra colorata

Quali sono i luoghi dove il vino Italiano è diventato famoso? Barolo, Bolgheri, Montalcino, Montefalco, Etna, giusto per fare qualche esempio, sono posti incredibili circondati da una natura incontaminata e un panorama mozzafiato. Tutte queste località, per quanto affascinanti, sono spesso più complesse da raggiungere, abbastanza isolate e collegate più difficilmente con le principali città e attrazioni turistiche, elemento che da qualche punto di vista può essere limitante.

 

Non stiamo dicendo che queste zone del vino italiano mancano di attrattività, anzi, le iniziative culturali, gastronomiche e ricreative sono state fatte e si continuano a fare con entusiasmo e successo; semplicemente il tutto rischia di parlare sempre al solito target con possibilità di contaminazione e di espansione che potrebbero essere sfruttate molto meglio.

 

Il patrimonio italiano ci da la possibilità di allargare l’esperienza della degustazione del vino con tanti altri aspetti già integrati bene: non solo il cibo, ma anche la paesaggistica, la storia, l’arte e la cultura. Ma perché non impegnarsi per includere in maggior misura anche attività come sport, musica, vita notturna e chi più ne ha più ne metta?

 

Davanti a produttori che fanno sempre più vino e una popolazione mondiale che ne beve sempre meno, l’obiettivo di una contaminazione tra più settori, è di allargare il target di persone che bevono vino a quelli che normalmente non lo bevono, ma che inseriti in un certo contesto, potrebbero iniziare a farlo con piacere.

 

Serve da una parte l’apertura delle cantine a nuovi percorsi e nuove esperienze, dall’altra la creazione di un organismo di promozione e di collegamento tra tutte queste varie identità della stessa faccia, qualcuno a cui un turista possa fare riferimento, che colleghi non solo chi è interessato a certe esperienze ma soprattutto chi queste esperienze le propone.


Due volte al mese organizziamo una visita in cantina da produttori di diverse zone italiane che pensiamo valgono la pena di essere conosciuti. Ci siamo diretti quindi verso la romagna in un giorno uggioso di inizio primavera, destinazione: Rimini.

 

san valentino spiaggia rimini

 

Quando pensi a Rimini ti vengono in mente il sole, il mare, gli anni del boom economico, la riviera romagnola, ma anche i turisti e la costa fatta di spiaggia e stabilimenti balneari numerati uno dietro l’altro, la piadina, il cibo, i ristoranti, le serate, le discoteche e uno stile di vita fatto di spensieratezza, probabilmente a tratti cristallizzato in un tempo passato ma non per questo brutto.

 

Sicuramente un elemento che viene meno in mente è il vino. Per questo siamo passati per Rimini, dove troviamo un nuovo movimento di produttori, che scommettendo su un antico vitigno, la Rebola, stanno provando a distinguersi tra i territori della Romagna. L’obiettivo? Riuscire a rendere Rimini anche una città e un territorio di vino riconosciuto dai più.

 

Il terreno è fertile, perché al contrario del canonico borghetto isolato, Rimini è una grande città turistica, ed è proprio il turismo che da anni permette di promuovere tutti gli aspetti del territorio sinergicamente.

 

A raccontarci questa sfida entusiasmante è Roberto Mascarin, che ci accoglie nella sede della sua azienda sulle colline appena sopra la città. L’azienda San Valentino ci colpisce subito perchè le finestre colorate la rendono subito molto riconoscibile rispetto agli edifici circostanti, verde, rosso, arancione, giallo, piccole finestrelle che affiancate richiamano quello che è il logo dell’azienda e che esprime a nostro avviso ciò che è lo spirito Riminese, gioviale, sorridente e curioso.

 

san valentino cantina roberto mascarin

 

Roberto ci racconta di uno dei progetti più importanti dell’azienda in questo momento, la rivalutazione del vitigno Rèbola, come viene chiamato da queste parti, conosciuto anche come Grechetto Gentile o come Pignoletto in altre parti d’Italia. Il sogno non solo di Roberto ma anche di altri 15 produttori dei colli riminesi è quello di valorizzare il vino prodotto da questo vitigno in modo che si riesca a creare una sinergia con i ristoratori e gestori dei locali della costa.

 

Attualmente nelle enoteche e nei ristoranti Riminesi, il vino autoctono venduto è marginale, quindi inserire un vino del posto non solo è interesse di ristoratori e albergatori per proporre qualcosa di local, ma diventa anche una promozione a 360 gradi del territorio riminese, che è fatto anche di piccoli borghi (San Marino e San Leo per citarne alcuni), una bellissima campagna a pochi minuti dal mare e ovviamente anche una cultura vinicola in continua ascesa dal punto di vista qualitativo.

 

Può la Rèbola e più in generale il vino essere quell’elemento capace di unire in un ecosistema mare e campagna, cibo e vino, divertimento e cultura?

 

Una città disponibile 365 giorni all’anno che si allontana dalla concezione di stagionalità è il grande sogno che nonostante l’ambizione, sprona Roberto e gli affiatati viticoltori a rendere il vino il motore di un grande cambiamento.

 

Questo sogno a noi piace proprio perché è diverso da tutti gli altri, non parla di un vino esclusivo e difficilmente accessibile, ma parla di una bevanda che soddisfa il palato, ma che è anche capace di unire cose estremamente diverse e di cambiare la percezione di un ordine stabilito delle cose. Ci auguriamo che si creino sempre più progetti con questa energia.

 

san valentino cantina luna nuova cabernet

 

Ciò che ci fa ben sperare è l’unità dei produttori nel fare due cose: da una parte studiare, consultarsi tra di loro, sperimentare e puntare tutto sulla qualità del loro prodotto, dall’altra  promuovere il loro vino all’unisono con la voglia di condividere e rendere partecipe tutto il sistema turistico riminese.

 

Il potenziale è altissimo e la posta in gioco anche, e dopo aver assaggiato i vini non possiamo che crederci vivamente anche noi. La Rebola fa da apripista ai Sangiovese di Romagna e ai monovarietali di Rebola, Sangiovese, Cabernet Franc e Syrah, vini curati grazie anche alla consulenza dell’enologo Luca D’attoma, che aveva già collaborato con Roberto all’inizio degli anni 2000 per la riconversione di vecchi appezzamenti, ma che dal 2016 affianca stabilmente la produzione dei vini e la gestione dei vigneti.

 

san valentino cantina vini

 

“Vivi” Colli di Rimini Rebola DOP 2019: Rebola in purezza dedicata a Valeria, moglie di Roberto che come Wonder Woman ha saputo affrontare la vita con una straordinaria forza e vitalità. Apre il sorso con profondità e con una grande armonia in bocca. Sapido e minerale ci invita alla bevuta grazie alla buona acidità e alla lunga persistenza.

 

“Terra di Covignano” Romagna Sangiovese Superiore Riserva DOP 2017: Il cru di Sangiovese si presenta al naso con un inchino fatto di frutti rossi e spezie. In bocca è ricco e dal sorso croccante,  pronto da bere è estremamente piacevole.

 

“Luna Nuova” Rubicone Cabernet Franc IGP 2018: si apre con grande freschezza e sentori di frutta matura. In bocca troviamo un vino caldo e avvolgente, intervallato dal tannino che con le sue qualità ci fa capire il grande potenziale di questo vino, destinato ad un lungo invecchiamento.

 

“Mascarin” Rubicone Syrah IGP 2017: Appena viene versato nel bicchiere ci stupisce il colore, profondo e molto intenso, segue un sorso sapido e fresco, dove avvertiamo più marcatamente la vicinanza dell’azienda con il mare. Sia al naso che in bocca ritroviamo frutti rossi, vaniglia e caffè, per un’armonia che avvolge il palato e lo amplifica con una lunga persistenza.

 

Non vediamo l’ora di ritornare per essere testimoni e partecipi di questo bel sogno riminese!