Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Ricordando Mario Soldati: Montevecchia

di Valerio Sisti 28/03/2017
Ricordando Mario Soldati: Montevecchia Ricordando Mario Soldati: Montevecchia

Quando, a partire dal 2008, venne codificata la Denominazione IGT Terre Lariane, qualcuno secondo me gridò allo scandalo: la neonata provincia di Monza e Brianza esigeva la sua denominazione. Del resto in Italia le IGT, Doc e Docg aumentano progressivamente, spesso (c’è da supporre) senza un reale legame al territorio e ad una vera produzione di qualità.
Nel caso dei vini di Montevecchia, cuore della citata denominazione che comprende in vero 195 Comuni tra le provincie di Lecco e Como, l’ugola ben ha fatto se è rimasta silenziosa, perché lo scandalo proprio non c’è.

Montevecchia è la terrazza di Milano, circa 25 chilometri in linea d’aria dalla Madonnina, che ben si scorge nelle giornate serene. È il piano alto di un palazzo nobile, che poggia le fondamenta nel capoluogo lombardo con i comignoli che sbuffano fumo in riva al lago di Lecco.
Si produceva vino negli anni che furono, molti anni fa il vino di Montevecchia godeva di buona fama nazionale. Lo stesso Soldati, quando decise di intraprendere il suo viaggio alla (ri)scoperta di vini genuini, non poté esimersi dal recarsi a Montevecchia, sorvolando invece sulla Franciacorta, ad esempio, e sostanzialmente anche sull’Oltrepò. Tuttavia già allora il Soldati, nel suo libro “Vino al Vino”, non fece mistero di non avere molta fiducia di ritrovare in quelle terre un buon bicchiere genuino ed autentico. Era l’autunno del 1969. Già allora infatti il Montevecchia era poco più che un ricordo nei cuori degli appassionati; successivamente se ne parlò ancora meno.
Fortunatamente a volte la storia è ciclica e negli ultimi vent’anni i vini di Montevecchia pare abbiano ripreso ad essere prodotti, gustati ed apprezzati localmente e non solo. Molto merito di ciò va alla cantina che più di altre ne è diventata il simbolo, bandiera di una fortunata rinascita enologica; stiamo parlando di Cantina La Costa, con sede proprio alle pendici di Montevecchia: i suoi vini sono ovviamente anche l’imprescindibile consiglio di assaggio per oggi.

Andando alla scoperta di queste bottiglie, troverete molti vitigni internazionali: RieslingChardonnay e Sauvignon per i bianchi, Pinot Nero, Merlot e Syrah per i rossi. Fortunatamente non solo quelli, ma certamente difficilmente si ritroveranno gli uvaggi tutti italiani citati dal Soldati.
Rileggiamo insieme il Soldati: “Credevo, in buona fede, che il Montevecchia non esistesse più […] è una tra le più belle posizioni di tutta la Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie, che si affaccia diritto a sud: nelle giornate di vento si vede dalla Cisa al Monte Rosa.”
Nulla da aggiungere, buona degustazione.

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