Articoli del Sommelier Valerio Sisti
Puglia: il Nero di Troia
20/07/2017Diversi anni fa, Milano tentava di rubare la scena a Verona e a Vinitaly inaugurando MiWine. I locali del nuovo polo fieristico meneghino furono la sede di questa nuova manifestazione vitivinicola internazionale. Un tentativo che non proseguì negli anni e che oggi non c’è più. Di quelle edizioni ho un ricordo ancora netto in mente. Anzi due, ma il secondo riguarda uno dei peggiori assaggi della mia vita e pertanto non ne parlerò mai. Il primo invece è un ricordo estremamente piacevole, trattasi di un vino rosso di Puglia: Nero di Troia.
Erano anni in cui il Sud Italia aveva definitivamente cancellato l’immagine di sé come grande serbatoio di vini da taglio per l’Italia del nord e non solo. I successi di vendita e di riconoscimenti ottenuti da alcuni grandi alfieri dell’enologia siciliana avevano aperto la strada a tutte le regioni del meridione, che tentavano in quegli anni di trovare la propria dimensione commerciale e d’immagine, possibilmente connotata da una nuova aurea di qualità. La Puglia, oltre che su Negroamaro e Primitivo, anzi forse più che su questi due vitigni, puntò sul Nero di Troia, il terzo alfiere del vino rosso di Puglia. Come per la Sicilia il Nero d’Avola ha rappresentato e rappresenta l’emblema del vino isolano, anche la Puglia schierava i suoi migliori cavalli e puntava dritta al podio.
Dei tre grandi rossi prodotti nel tacco d’Italia, quello meno famoso era proprio il Nero di Troia; forse lo è anche adesso. Peccato, è un gran bel vino.
Il nome indica con precisione due elementi: per primo il colore, che come molti vitigni meridionali è cupo e carico, di un rosso rubino che tende al nero, impenetrabile, quasi un inchiostro. Per secondo il legame con la città di Troia, sul Gargano, sua prima e più naturale casa.
È un vitigno che non produce in abbondanza, ciò che non nega di contro è la qualità. La sua scarsa produttività però l’ha spesso fatto abbandonare in favore di coltivazioni più redditizie, anche non necessariamente viticole. Dal Gargano la sua coltivazione si è estesa in tutta la Puglia, tanto che in periodi diversi è stato coltivato più al centro sud della Regione che non nel Nord. Rimane tuttavia il centro-nord Pugliese, da Castel del Monte al Gargano, la sua terra d’elezione.
È un’uva in grado di produrre vini profondi, come detto molto scuri e ricchi di colore, con note fruttate intense e spesso dotati di buon corpo. In molti casi i vini possiedono anche buona propensione all’invecchiamento.
Un buon esempio di Nero di Troia, ma anche di tanti altri vini rossi di Puglia, sono Torrevento e Donato Angiuli, di cui oggi vi consiglio l’assaggio: "Vigna Pedale Riserva" Torrevento, "Bolonero" Castel del Monte Torrevento, Nero di Troia Donato Angiuli, "Ottagono" Nero di Troia Riserva Torrevento.
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