Articoli del Sommelier Valerio Sisti

La degustazione 4: prima di berlo ... annusiamolo

di Valerio Sisti 17/02/2016
La degustazione 4: prima di berlo ... annusiamolo La degustazione 4: prima di berlo ... annusiamolo

Negli articoli precedenti abbiamo osservato a lungo il vino, cercando di carpire più elementi possibili. Abbiamo svolto un’ottima degustazione visiva, ora il secondo step: la degustazione olfattiva. Prima di poter finalmente assaporare il nostro vino, un altro passaggio molto importante deve impegnare i nostri sensi, l’olfatto nello specifico.
Analizzare il vino al naso è una tappa fondamentale del percorso degustativo. Al giorno d’oggi la degustazione olfattiva gode di tale importanza da assorbire la maggior parte delle energie del degustatore, va ricordato tuttavia che non è l’unica degustazione importante, ma che essa è solo parte della degustazione completa di un vino.

Prima di avvicinare il nostro calice al naso, chiediamoci però se abbiamo versato il vino in un bicchiere idoneo. Ci occorre un calice con stelo e sufficientemente ampio, affinché il vino possa respirare quel tanto che basta.
Al naso il nostro vino deve darci tre informazioni fondamentali: la forza, la complessità e l’eleganza. Significa che la degustazione dovrà classificare tre parametri distinti, che insieme formano la degustazione olfattiva.
Innanzitutto la forza che il vino esprime, cioè quanto forti sono i profumi che raggiungono il nostro naso. In secondo luogo, indipendentemente dalla potenza che posseggono, quanti sono i profumi che ci raggiungono.
Facciamo un esempio semplice, che può chiarire come condurre questa parte della degustazione.

Immaginiamo di avere dei mazzi di fiori, ciascuno di essi dotato della stessa potenza aromatica. Nel primo mazzo abbiamo dieci rose, nel secondo cinque rose e cinque garofani, nel terzo mazzo 3 rose, 3 garofani e 4 viole. Tutti e tre i mazzi sono composti da dieci fiori e tutti e tre esprimono la stessa forza olfattiva, il primo mazzo però, per quanto potente, ci comunica un solo sentore, un solo profumo; il secondo mazzo invece due profumi distinti, il terzo mazzo, sempre a parità di forza, esprime ben tre diversi profumi. I tre mazzi di fiori hanno la stessa forza, ma tre diversi gradi di complessità, ecco spiegata la differenza tra intensità e complessità in un vino.
Proseguiamo la degustazione e dopo aver classificato intensità e complessità, giudichiamo anche l’eleganza. La finezza di un vino, così viene detta generalmente l’eleganza, non è altro che la piacevolezza dei suoi profumi.
La degustazione olfattiva è questo e, sebbene sembri semplice, spesso rappresenta uno scoglio per il degustatore, perché richiede concentrazione ed un’ampia banca dati personale.

Intensità, complessità e finezza dei profumi sono parametri importanti in un vino. Il primo gioca un ruolo importante quando si parla di abbinamento cibo/vino, e quindi lasciamo la spiegazione ad un prossimo pezzo in cui parleremo di abbinamento. La complessità e la finezza sono quei dettagli che rendono un vino “fine”, ovvero ciò che può davvero fare la differenza nella piacevolezza generale del vino in esame.
Osservato ed annusato il vino, nel prossimo capitolo finalmente berremo, passeremo infatti alla degustazione gustativa.
Ps: Alcuni vitigni sono detti aromatici, perché esprimono, dall’uva al bicchiere, profumi caratteristici ben riconoscibili. Vi suggeriamo un assaggio dei seguenti vini prodotti con vitigni aromatici: Gewurztraminer e Moscato