Articoli del Sommelier Valerio Sisti

La classificazione del vino e l'esempio di Sassicaia

di Valerio Sisti 18/02/2020
La classificazione del vino e l'esempio di Sassicaia La classificazione del vino e l'esempio di Sassicaia

Il bevitore meno esperto spesso si confonde, osserva una bottiglia, legge la dicitura DOCG e, pensando di essere arrivato al vertice della piramide qualitativa del vino italiano, è convinto di non poter bere di meglio.

Errore. Non solo si può, ma è proprio sbagliato prendere quella che viene chiamata piramide qualitativa del vino, ovvero la suddivisione delle bottiglie in “Vino da tavola”, oggi “Vino varietale”, doc e docg, e considerarla come una scala della piacevolezza e della qualità del vino.

Già più volte abbiamo pubblicato articoli volti a spiegare come le denominazioni siano nate con l’obiettivo di sancire un legame diretto e unico tra vino e territorio: il Barolo si fa in undici Comuni a sud di Alba e non in Sicilia, neppure se nelle vigne dell’antica Trinacria ci pianti barbatelle di Nebbiolo Lampia, Michet o Rosè, le tre varietà ammesse per il Barolo.

Per capire meglio quale sia la ratio delle normative e come vadano intese, raccontiamo brevemente la storia del più noto vino italiano, il Sassicaia di Tenuta San Guido. Fin dagli anni ‘20 del 1900 i Marchesi Incisa della Rocchetta iniziarono a sperimentare l’utilizzo di Cabernet Sauvignon nella loro tenuta in Toscana. Erano piccole produzioni ad uso interno della Tenuta e fino al 1968 nessuna bottiglia fu mai commercializzata. Poi iniziarono a farlo e Sassicaia fu etichettato Vino da Tavola, il gradino più basso della piramide qualitativa. Fu un errore? Nessuno si accorse che era nato un campione e lo trattarono come un brocco? Nulla di tutto ciò, semplicemente Sassicaia era un vino nuovo, con un vitigno “nuovo” per quelle terre e in nessun disciplinare di produzione poteva e doveva essere inquadrato. Eppure era già un campione, tant’è che l’annata 1975 sbaragliò i più grandi Bordeaux in un concorso internazionale, portando la fama di Sassicaia a livelli che non ha poi più perso.

Oggi però Sassicaia non è più un vino da tavola, è un vino Doc, con una denominazione specifica Bolgheri-Sassicaia, mentre tutti gli altri vini di Bolgheri sono Docg ma ovviamente senza la specifica Sassicaia, solo Bolgheri. Perché questo? Perché a distanza di anni questi vini a base Cabernet e Merlot, magari con l’aggiunta del toscanissimo Sangiovese o di altri vitigni, fanno parte della storia e del territorio di Bolgheri e quindi gli viene riconosciuta una Doc che ad esso li lega.