Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Il Vino Rosso del Senese

di Valerio Sisti 23/07/2020
Il Vino Rosso del Senese Il Vino Rosso del Senese

Siena è sinonimo di Chianti, vero, ma la provincia è estesa e comprende più denominazioni di quello che ci si possa aspettare.

Partendo da nord troviamo il Chianti Classico che, caso più unico che raro, non è una sottozona del Chianti docg ma è una denominazione a sé, anch’essa di origine controllata e garantita. Chianti Classico comprende una manciata di comuni tra Firenze e Siena, metà in provincia del capoluogo toscano e metà senesi. Si tratta di un Sangiovese ma non in purezza, dato che nel Chianti Classico possono confluire diverse uve a bacca rossa autorizzate in Regione. E queste non sono poche a cominciare da quelle strettamente imparentate con lo stesso Sangiovese, come ad esempio il Ciliegiolo.

 


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Il Chianti Classico ha un’area di produzione definita, come avviene per tutte le denominazioni di origine, anche il Chianti docg ha una sua area di produzione specifica, che però è molto più vasta e suddivisa in diverse, sette per la precisione, sottozone. Una di queste è quella delle Colline Senesi.

Anche nel caso del Chianti Colline senesi la percentuale prevalente, a volte esclusiva, è di Sangiovese, che rappresenta il principale vitigno coltivato in toscana e più in generale del centro Italia.

Nel Chianti docg, sottozona colline senesi, ad una percentuale minima di Sangiovese del 70% è ammessa una aggiunta di uve a bacca bianca, nella percentuale massima del 10%, mentre gli internazionali come Cabernet Sauvignon e Merlot, ad esempio, sono ammessi ma limitati al 15%. Nel Chianti Classico docg invece la percentuale minima di Sangiovese sale all’ 80% e le uve a bacca bianca non sono più consentite.

Più lontano da Piazza del Campo, ma non abbastanza per essere fuori provincia, troviamo anche il Morellino di Scansano, più giovane alfiere dell’enologia toscana che sta conquistando sempre più sostenitori, grazie alle molte cantine che hanno puntato senza mezzi termini sulla qualità. Stiamo parlando di un vino rosso sempre a base prevalente di Sangiovese, che in questo caso lo compone per un minimo del 85%. È un rosso più fresco e generalmente più leggero e questo ha probabilmente contribuito a fargli guadagnare la sua giusta fetta di mercato.

Sempre nella toscana meridionale troviamo Montalcino e il suo rosso, altra denominazione iscritta alla provincia di Siena e altro grande vino rosso del senese. Sia nella versione più giovane, detta appunto Rosso di Montalcino, che nella versione nobile e più invecchiata chiamata Brunello, dal nome con il quale viene indicato il Sangiovese in loco, la composizione ampelografica è presto detta: 100% Sangiovese Grosso, quello appunto detto Brunello.

Se invece che Brunello, il Sangiovese è chiamato Prugnolo Gentile, allora siete a Montepulciano, patria del famoso Nobile di Montepulciano docg, altra affilata freccia all’arco della provincia di Siena. Sempre Sangiovese si diceva, ma in questo caso non in purezza, anzi solo al 70% minimo. Va detto però che molti produttori lo utilizzano comunque in purezza, perché se il disciplinare non lo impone, certo nemmeno lo vieta.

Tutti vini rossi a bacca rossa (quasi tutti), rimane però un’altra denominazione molto famosa, che abbiamo lasciato per ultima solo perché a bacca bianca: la Vernaccia di San Gimignano. Il paese delle cento torri è dall’antichità produttore di vino, ma a differenza di quasi tutto il resto della Toscana le uve che crescono all’ombra dell’antico borgo sono di varietà Vernaccia, una tipologia locale di uva bianca.

Questa breve e poco esaustiva carrellata dei vini senesi potrebbe andare oltre ed essere ovviamente più dettagliata, ma il miglior modo di capire i dettagli del vino è quello di farlo con un bel bicchiere in mano. Buone degustazioni.