Curiosità sul vino
Il vino come medicinale in epoca antica
13/06/2016In epoca antica una fonte di domanda per il vino veniva dall'uso che se ne faceva in medicina, in particolare da parte dei monaci e dei cavalieri ospedalieri. Fin dalle origini il vino era stato usato a scopi medicinali; ad esempio Ippocrate di Cos (460 circa - 370 a.C), uno dei più eminenti medici dell'antichità, lo prescriveva per curare le ferite, come bevanda nutriente e come antifebbrile, come purgante e come diuretico. Galeno (130 circa - 201 d.C) a sua volta faceva grande uso di vini come medicinali e fu grazie alla diffusione delle sue opere in epoca bizantina che l'uso del vino come medicinale riuscì a sopravvivere al crollo dell'impero romano d'Occidente. La raccomandazione di Galeno di usare il vino per curare le ferite, per rinvigorire i fisici debilitati e come febbrifugo fu ampiamente seguita nell'Europa del medioevo. Ma fu soprattutto il medico Arnaldo di Villanova (circa 1235-1311 d.C.) a stabilire con fermezza l'uso del vino come metodo terapeutico riconosciuto durante il tardo medioevo. Fra l'ampia lista degli usi medicamentosi del vino, Arnaldo da Villanova ne sottolineò le qualità antisettiche e corroboranti, consigliandone l'uso nella preparazione degli impiastri. Per tutto il periodo medievale il vino fu uno dei pochi liquidi capaci, per effetto del suo contenuto alcolico, di sciogliere e nascondere il sapore delle sostanze ritenute curative dai medici dell'epoca. Le “teriache”, così si chiamavano questi preparati farmaceutici a base di erbe e vino, entrarono così in uso per curare qualunque tipo di disturbo o malattia.