Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Il Friuli ed i suoi grandi vini

di Valerio Sisti 26/01/2017
Il Friuli ed i suoi grandi vini Il Friuli ed i suoi grandi vini

Iniziamo con questo pezzo una serie di articoli dedicati alla produzione di alcune Regioni italiane. Le poche righe che seguono e che seguiranno, non hanno l’obbiettivo di essere esaustive. Come potrebbero? Vorrebbero però riuscire a raccontare il senso, piuttosto che il quando e il come. Buona lettura.
Il Friuli Venezia Giulia è una delle Regioni italiane a più alta propensione vitivinicola; immaginare i tanti vini bianchi blasonati che provengono dall’estremo oriente della penisola non è compito arduo. Non è difficile citare a memoria nemmeno grandi rossi targati Friuli.

La curiosità è data forse più dalle piacevoli contraddizioni che la regione esprime, piuttosto che dalla cifra qualitativa che è pressoché ovunque alta e costante. Per contraddizioni non si devono certamente intendere aspetti negativi, tutt’altro, intendiamo solamente la piacevole variazione di paradigmi consolidati. Facciamo qualche esempio. Il Friuli è una regione bagnata dal mare a sud e protetta dalle Alpi a nord, questo per tutta la sua estensione, il clima favorevole, mitigato dal mare e rinfrescato dai venti montani è una costante per tutta la regione, eppure in Friuli coesistono produzioni enormemente differenti tra loro. I vini più famosi sono bianchi, il Collio ad esempio è patria di grandi varietà a bacca chiara, proprio sul Collio tuttavia si bevono dei Merlot tra i più buoni d’Italia. Restiamo sul Collio e osserviamo la sua uva regina: la Ribolla Gialla, la più autoctona, la più preziosa, quella cui sono dedicate le sommità più assolate di tutte le colline. Un’uva bianca lavorata come se fosse nera, con vinificazioni e macerazioni da grandi vini rossi. Un’altra contraddizione? No, una tradizione che è diventata innovazione e di nuovo tradizione. Questo solo in una certa parte del Collio però, Oslavia e San Floriano, oppure in Slovenia nell’areale della Brda Gorika, che altro non è che il Collio oltre confine. Se però ci si sposta di poco la Ribolla diventa il più bianco dei bianchi, fresca, semplice, tradizionale. Chi ha ragione? Tutti, ognuno a modo suo.

E poi ci sono le grave, come a Bordeaux, i fiumi che allargano il loro letto di pietre e sassi e diventano un mare grigio bianco e azzurro; tutta quella zona centrale del Friuli, ammassata nella DOC Friuli Grave, che porta con se i migliori vini bianchi da vitigni internazionali, grandi Sauvignon e Chardonnay, equilibrati blend di queste ed altre uve, con la connotazione salina ed elegante, marchio di fabbrica di un’intera regione.
E poi c’è lo Schioppettino, e chi si dimentica quello di Prepotto? E il Tazzelenghe, chiamato così perché talmente tannico da tagliare la lingua. Parlando di vini duri e puri come non citare il Pignolo, un vino talmente rude da dover riposare molti anni in legno, prima di poter essere davvero apprezzato.
Ecco cos’è il Friuli: varietà, divertimento e sane e belle contraddizioni, che altro non sono che divertissement vitivinicoli ben riusciti.

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