Articoli del Sommelier Valerio Sisti

I Vini delle sabbie e le viti a piede franco. Qualche curiosità sulla fillossera

di Valerio Sisti 06/08/2020
I Vini delle sabbie e le viti a piede franco. Qualche curiosità sulla fillossera I Vini delle sabbie e le viti a piede franco. Qualche curiosità sulla fillossera

È estate, fa caldo, si è già (o si desidererebbe essere) al mare in spiaggia. E al sommelier vengono in mente i vini da sabbia: quei vini, anzi quelle viti, che affondano le loro radici non in terreni rocciosi o impervi, nemmeno nelle grasse argille, bensì nelle sabbiose spiagge in riva al mare.

Molti non sanno che in diverse zone d’Italia i vigneti arrivano fino in prossimità del mare, in terreni molto ricchi di sabbia. È il caso del Sulcis in Sardegna, oppure del delta del Po, nella zona della doc Bosco Eliceo.
Sono aree dedite alla produzione di vino, in questi luoghi le viti arrivano fino al limite delle spiagge, con terreni composti in larga prevalenza da sabbia. Nel Sulcis, sull’istmo di Sant’Antioco, alcuni vecchi vigneti vengono quasi lambiti dalle onde del cristallino mare di Sardegna.

Oltre alla particolare caratteristica che potremmo dire “romantica”, di questi vigneti, ne esiste un’altra, prettamente tecnica invece, che però dipende sempre dalla particolare conformazione del terreno: le viti a piede franco.
Per dire cosa sia il piede franco occorre prima spiegare cos’è il “piede”; presto fatto, si tratta dell’apparato radicale della vite: le radici. Si definisce “franco” solo nel caso in cui la pianta cresca con radici proprie, senza essere invece innestata su di un altro apparato radicale, che ha peraltro ben diverse origini.
Le molte varietà di vitis vinifera europea, Chardonnay, Pinot, Nebbiolo, etc., etc., crescono non sulle proprie radici ma impiantate su apparati radicali di origine americana. Solo in alcuni casi, che non dipendono dal vitigno ma dal luogo nel quale esso cresce, le viti riescono a crescere con le proprie radici, ovvero riescono a essere viti a piede franco.

Da dove nasce l’esigenza di impiantare varietà europee su piedi americani? E perché nei terreni sabbiosi questa pratica non è necessaria? Tutto dipende da un piccolo insettino che vive sottoterra che si chiama Fillossera e va pazzo per le radici della vite, che mangia voracemente con il piccolo problema conseguente di infettare i vasi linfatici della pianta e di farla morire. Rimedi? Nessuno. Questa bestiolina malefica è di importazione, in Europa infatti non esisteva, ma è stata involontariamente importata proprio dalle Americhe nel corso del XIX secolo, con il risultato di sterminare il 95% del vigneto europeo. Si tentarono molti rimedi, come ad esempio quello di allagare i vigneti d’inverno quando la pianta riposa. Vennero fatti tentativi sensati e altri meno, non funzionarono né gli uni né gli altri e solo dopo decenni si pensò di innestare artificialmente le piante europee sulle radici di piante americane, che conoscendo la fillossera da secoli e si erano nel frattempo adattate a combatterla. Bingo! Il sistema funzionò e da allora abbiamo le viti ibride praticamente ovunque, tranne in quei vigneti dove la fillossera non vive, perché non ama la composizione del terreno. Uno di questi, non l’unico ma forse il principale, è proprio la sabbia.