Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Hofstatter: l'importanza della vigna

di Valerio Sisti 20/10/2016
Hofstatter: l'importanza della vigna Hofstatter: l'importanza della vigna

Sant’Urbano di Langres visse nella seconda metà del quarto secolo dopo Cristo in una cittadina francese, Langres appunto, situata tra l’Alsazia e la Champagne. Non fu martire della Chiesa Cattolica, anche se la leggenda narra che ci provarono a passarlo per la forca, e proprio dall’aver evitato un’ingrata fine, nacque il suo mito. Urbano fu Vescovo: dice la leggenda che per scappare dagli insorti anticattolici, fuggì di casa e si rifugiò in una vigna, i grappoli d’uva lo coprirono celandolo agli insorti, che il vescovo riuscì addirittura a convertire al cattolicesimo.
Da quell’immagine di un pover’uomo protetto dagli acini di un vigneto, prese forma la leggenda e la santificazione del Vescovo, che da allora è il Santo protettore dei vignaioli. Molti di quest’ultimi, speranzosi di intercettare le grazie del Santo, hanno dato nome Sant’Urbano alle parcelle di vigna migliori, le più vocate, quelle da cui ricavavano i migliori vini. Ecco perché oggi molti vini prendono quel nome.

Hofstatter, in Alto Adige, ha da sempre puntato sulla singola parcella per un singolo vino, da molti lustri ormai chiama i suoi vini di punta con il nome che ne identifica la provenienza geografica delle uve. Poteva la cantina Hofstatter rinunciare ad un vino Sant’Urbano? Certo che no, lo ha in carta ed è uno dei suoi vini di maggior pregio: il Pinot nero Barthenau Vigna Sant’urbano Hofstatter. E’ un Pinot nero in stile alto atesino, classe ed eleganza unita ad una corposità e una potenza inusitate altrove.
La produzione dell’azienda Hofstatter è molto più ampia e variegata, in perfetto stile alto atesino, trovano spazio nel listino vitigni internazionali abbinati a varietà autoctone: il Merlot e il Lagrein, il Sauvignon e il Kerner. Ci sono poi altre varietà che in Alto Adige hanno preso dimora da tempo e che ormai potrebbero essere considerati tra gli autoctoni della regione, penso ad esempio al Pinot bianco e al Muller Thurgau, due vitigni che danno vita ai rispettivi vini di Hofstatter.

Dicevo dell’importanza della vigna, cioè di quella menzione geografica che può essere aggiunta in etichetta, a condizione che l’appezzamento da cui provengono le uve sia identificato con certezza. Hofstatter, ne ha fatto una bandiera, ed infatti se osserviamo le sue bottiglie, tra le altre, troveremo: Cereseto Sauvignon, Kolbenhof, Barthenau, Kirchegg, Steinraffler, solo per fare degli esempi. Sono tutti nomi che si riferiscono a Vigne, Tenute, Poderi, nei quali sono state vendemmiate le rispettive uve.
E’ un dettaglio, ma uno di quelli che contano, perché se è vero che il vino non è solo una bevanda, ma è storia, cultura e passione, allora identificarne meglio il legame con il territorio è un valore. Evviva le cantine che lo fanno, Evviva Hofstatter!