Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Collio: DOC inter...statale

di Valerio Sisti 04/12/2016
Collio: DOC inter...statale Collio: DOC inter...statale

Esistono DOC interregionali, abbiamo parlato di Lugana ad esempio, che si estende in Lombardia e Veneto, se dal Veneto ci dirigiamo in Friuli potremmo incontrare Lison Pramaggiore, un’altra denominazione che insiste su più di una Regione.
Il Collio invece vede le sue viti varcare addirittura i confini dello stato, dall’Italia alla dirimpettaia Slovenia, in un susseguirsi di colline verdi e strade poco battute, senza poter osservare il benché minimo cambiamento paesaggistico e nemmeno culturale. Due terzi delle vigne che rientrano nella vasta area del Collio sono infatti straniere, slovene, e si riconoscono nella denominazione Brda Gorika.
Da noi tutto ciò che si coltiva e tutto il vino prodotto risponde al nome di Collio DOC.
Siamo dalle parti di Gorizia, in quel lembo di terra tra le rocce carsiche e le pianure del Friuli centrale e centro orientale. E’ una terra di confine, contesa e teatro di alcune delle peggiori atrocità che l’uomo sia riuscito a imbastire; dopo la prima guerra mondiale pochi alberi erano sopravvissuti ai bombardamenti, quasi più nessuna vite dava frutti, nessun vino prodotto, una terra tutta da ricostruire.

Gli orgogliosi e operosi friulani l’hanno ricostruita, e verrebbe da dire meno male, perché i vini che oggi si producono sul Collio sono tra i migliori d’Italia. Tutti pensano ai grandi bianchi Friulani, dove i vitigni internazionali trovano casa senza difficoltà, aggiungendosi agli autoctoni, Ribolla Gialla e Schioppettino su tutti, quest’ultimo rosso però, senza dimenticare il Pignolo, un altro grande vitigno rosso autoctono, responsabile di un vino talmente tannico e rude, che per addomesticarlo occorrono almeno una decina d’anni d’invecchiamento, meglio se in legno. Nessuno tralasci la Malvasia istriana poi, una variante dell’ampio mondo delle Malvasie, meno aromatica delle altre, ma di gran pregio.
D’obbligo citare poi il vino che porta il nome del suo territorio: il Friulano. L’ex Tocai, nome ormai inutilizzabile a seguito della decisione della Comunità Europea, è il bianco tipico di tutto il Friuli, a differenza però dell’altro vitigno simbolo, il Refosco, Il Friulano si adatta benissimo ai suoli marnosi del Collio e vi produce grandi vini proprio sulle colline tra Gorizia e San Floriano.

Proprio il suolo è responsabile delle caratteristiche dei vini locali, la Ponka, una marna dalle differenti composizioni e colori, vira dal rosso nei casi di alta componente ferrosa, al nero dei suoli ad alta percentuale organica, è presente a macchia di Leopardo in tutto il Collio, qualche vigna si, qualche vigna no.
Quello che si può vedere crescere sopra un suolo tanto vario e ricco, è un groviglio di viti ad altre colture, di boschi e corsi d’acqua, il tutto a disegnare un paesaggio che assomiglia molto ad un insieme ben studiato di tanti piccoli giardini. L’occhio difficilmente scorge grandi vigneti e lunghi filari, è molto più usuale imbattersi in piccoli vigneti, uno leggermente distante dall’altro, oppure senza soluzione di continuità, una grande varietà di vigna e vitigni che regala grandissimi vini. Non siete d’accordo? Provare per credere, assaggiate i vini di una delle seguenti cantine: Skok, Marco Felluga, Primosic, Russiz Superiore, Collavini, Tenuta Stella.