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Chiavennasca: origine e storia

di Winepoint Staff 02/08/2017
Chiavennasca: origine e storia Chiavennasca: origine e storia

​Territorio e storia del Chiavennasca

Il Chiavennasca è un vitigno tipico della Valtellina. Fu Heinrich Lehmann, nel 1797, a sostenere che il vitigno fosse stato portato in questa località dalla Valle Chiavenna e che proprio da quel territorio provenisse l'etimologia del nome. Non mancano, per chi volesse avere altre informazioni, le differenti teorie sull’argomento con le quali iniziare un dibattito. Quello che affascina gli intenditori di vino è sicuramente la storia con la quale conoscere in modo più approfondito la qualità di questo grande vitigno.

Origine nome

Le origini del nome implicano alcuni termini squisitamente dialettali come ciu venasca (vitigno con più linfa e vigore) o addirittura ciu vinasca (specie più adatta a diventare vino). È conveniente notare in che modo riescono a sottolineare le due forme lessicali le caratteristiche di questa uva: vini vigorosi e di corpo adatti a essere conservati e a invecchiare. Chiavennasca è imparentata con il Nebbiolo, classico vitigno del basso Piemonte, nonostante le prime attestazioni della sua presenza in Valtellina risalgano al 1500. È semplice comprendere come questa varietà sia ritenuta comunque autoctona della zona, proprio perché può vantare oltre 500 anni di storia e di isolamento montano rispetto alle influenze esterne.

Caratteristiche vitigno

La presenza dei vigneti e il continuo susseguirsi delle terrazze situate nel soleggiato versante Retico, delineano il paesaggio della Valtellina ben corredato dalla storia e dalla tradizione di una civiltà del vino. Il visitatore deve tenere bene a mente questi particolari requisiti al fine di apprezzare al meglio la qualità del vino. Lo Sforzato di Valtellina DOCG viene prodotto esclusivamente con le uve della varietà Nebbiolo Chiavennasca, mediante un’antica pratica di forzatura che permette di vinificare le uve appassite. Questo procedimento incuriosisce l’intenditore di vino perché valorizza la produzione ed esalta il sapore. Sono quei semplici dettagli da conoscere per comprendere la bontà e il piacevole sapore mentre beviamo un bicchiere di vino. Il colore conseguente da questo procedimento ha un caratteristico colore rosso granata, un profumo intenso, caldo e speziato, ricco di note di frutti di bosco e resina. È un sapore affascinante quello che coinvolge il palato presentandosi morbido, asciutto, alcolico e vellutato, con un gusto intensamente aromatico, pieno e deciso. Il periodo ottimale per il consumo è compreso dai 4 agli 8 anni dopo la vendemmia. Non esiste una zona ben delimitata per la produzione dello Sforzato. All’interno delle aree di produzione dei vini Valtellina Superiore DOCG e Valtellina DOC, vengono scelte le uve migliori, sia dal punto di vista sanitario, sia per quanto riguarda il grado di maturazione.

Non sono da dimenticare per gli appassionati del vino alcuni passaggi storici sottolineati da diversi studiosi, facendo risalire l’introduzione della vite in Valtellina alle antiche popolazioni Celto-liguri, le quali si insediano nella zona in epoca pre-romana. Sulle ripide pendici di questa vallata ogni vigneto è ricavato da una imponente opera di terrazzamento, realizzata costruendo chilometri di muretti di contenimento e coprendo la nuda roccia con il terreno trasportato a spalla dal fondovalle. Nell’800 d.C, sfruttando le strade romane che attraverso i valichi alpini e la Valle del Reno collegavano la Valtellina alle grandi città come Zurigo e Amburgo, le popolazioni germaniche promuovono un fiorente commercio che favorisce la diffusione dei vini valtellinesi soprattutto sui mercati esteri.