Articoli del Sommelier Valerio Sisti

Champagne. Le zone di produzione. Parte 4

di Valerio Sisti 05/02/2018
Champagne. Le zone di produzione. Parte 4 Champagne. Le zone di produzione. Parte 4

L’intera area della Champagne, come spiegavo nel primo articolo di questa serie, gode di particolari caratteristiche pedoclimatiche, il gesso nel sottosuolo ed il clima continentale sono sicuramente le principali.
La produzione della Champagne è articolata in diverse aree e in diversi Comuni, eccone alcuni brevi accenni.
Siamo nel nord est della Francia, attorno alla principale città che è Reims, dove un tempo venivano incoronati i Re di Francia. Le vigne si estendono a macchia di leopardo su un totale di circa 300 Comuni, dei quali solo 17 possono fregiarsi del titolo di Grand Crù; un’altra quarantina riportano in etichetta la dicitura Premier Crù, mentre per i restanti la classificazione Champagne è l’unica consentita.

La classificazione dei Comuni, derivante dalla qualità delle uve ivi prodotte, è di antica tradizione; siamo intorno al XVIII secolo, ed è stata introdotta per regolare il commercio delle uve, ovvero il prezzo a cui le stesse venivano cedute dal coltivatore al produttore. Se difatti per la quasi totalità degli altri vini la produzione delle uve è propria di chi poi imbottiglia il vino finito, per la Champagne le cose furono e spesso sono ancora diverse, le Maggiori Maison riportano ancora oggi in etichetta la sigla “NM”, che significa Negociant Manipoulant, ovvero l’essere insieme “negoziante” che acquista le uve da contadini produttori e “manipolatore” che le lavora al fine di produrre il vino finito, lo Champagne.
Al di là della classificazione dei produttori, che è resa nota con le due lettere in etichetta, una prima suddivisione è proprio inerente alla zona di produzione. Nella Champagne oggi riconosciuta contiamo cinque zone principali: le montagne attorno a Reims, i vigneti lungo la Marna, fiume che attraversa la Champagne, la Còte de Blanc, poco più a sud la Còte de Sèzanne e l’Aube, chiamata anche Còte de Bar, ultima area introdotta. I vigneti Grand Crù sono tutti nelle prime tre aree, quelle storiche e più famose: spicca il Pinot Nero sulle alture intorno a Reims, più tipico il taglio delle tre principali uve, Pinot Nero e Meunier insieme allo Chardonnay, nella Valle della Marna dove l’uva più coltivata è il Pinot Meunier, maggior produzione ovviamente per lo Chardonnay nella Còte de Blanc, l’area dove si producono i migliori Blanc de Blancs, ovvero vini bianchi da uve a bacca bianca.

Una seconda città, non meno importante per lo Champagne è Epernay, nel cuore della Marna, una splendida cittadina situata proprio sul fiume. L’area tra Reims ed Epernay è considerata il centro della Champagne ed è anche la zona dove hanno sede le maggiori Maison.
La Champagne copre oggi una superficie di circa 34 mila ettari, con una produzione di oltre 300 milioni di bottiglie per un fatturato che supera i 4 miliardi di euro e oltre 15 mila addetti (fonte Champagne Bureau Italia). Con questi numeri, che per certi aspetti impressionano, vi saluto e vi auguro Cin Cin con un buon calice di Champagne. Ci vediamo settimana prossima per l’ultimo pezzo a conclusione di questo percorso alla scoperta delle bollicine francesi.

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