Vitigni

Biancolella. Un grande vitigno autoctono italiano

di Daniel Gutierrez 30/05/2019
Biancolella. Un grande vitigno autoctono italiano Biancolella. Un grande vitigno autoctono italiano

Ardente come la terra vulcanica sulla quale cresce, sapido e fresco come il mare che lo circonda: è il Biancolella, il vitigno che da tempo immemorabile colora i ripidi pendii dell'isola di Ischia.

Il Biancolella: storia di un vitigno elegante e intenso


Il Biancolella ha percorso secoli di storia insieme a chilometri di strade e sentieri. Anche se viene ritenuta una varietà autoctona dell'isola di Ischia, in realtà pare che le origini di questa uva così raffinata e vivace siano legate ai Greci provenienti dall'Eubea. Questi portarono le prime barbatelle di Biancolella in Corsica, dove sono tuttora allevate con il nome di "Petite Blanche". Soltanto in un secondo momento arrivò nell'isola campana, trovando un terreno fertile e ricco, perfetto per accogliere i suoi grappoli. Non a caso i Romani amavano definire questi luoghi con l'appellativo di "Aenaria", terra del vino.

Successivamente la coltivazione si estese a Procida e, grazie ai Borboni, arrivò fino alla Costiera Amalfitana e nell'isola di Ponza. Le prime tracce documentali del Biancolella risalgono al 1868, anno in cui Jules Guyot, agronomo e medico francese, ne delineò i primi tratti definendolo uno dei vitigni più coltivati in Campania.

Qualche anno più tardi gli studiosi iniziarono a definirne scientificamente i tratti varietali e, grazie al perfetto connubio con la terra ischitana, si iniziò a considerarlo un vero e proprio vitigno autoctono.

Le aree di coltivazione del Biancolella


Come abbiamo già sottolineato, il Biancolella è il vitigno più diffuso a Ischia. Viene coltivato con successo anche a Capri e a Procida. Particolarmente pregevole è la sua presenza a Furore, Tramonti e Ravello, quindi nella Dop Costa d'Amalfi. In queste zone è indicato con il nome di biancatenera. Ma le zone in cui il Biancolella dà il meglio di sè non sono certo finite. Sorrento, Paestum, la zona di Pompei, Rocca Monfina, le terre del Volturno regalano grappoli molto pregevoli. Al di fuori della Campania, il Biancolella è allevato in Sardegna, nella provincia di Foggia, e nel Lazio, soprattutto a Ponza grazie all'antica intuizione dei Borboni, storici proprietari dell'isola.

 

Caratteristiche del territorio

La chiave del successo del Biancolella è il terreno dell'isola. Non ci riferiamo soltanto alla pura e semplice origine vulcanica ma proprio al tipo di eruzioni che sono avvenute nel corso dei secoli. Una di queste, la più antica, ha avuto un'origine esplosiva e questo, tradotto nel linguaggio del vino, vuol dire che ha arricchito il terreno con una pioggia di pietra pomice e ceneri sulla quale si sono stratificate numerose colate, creando il presupposto per la nascita di un suolo fertile e ricco di sali minerali e sostanze nutritive.

Un altro grande protagonista di queste zone è il tufo verde, la cui esplosione ha portato, nella notte dei tempi, alla nascita del Monte Epomeo, il gigante buono dell'isola. Questo materiale vulcanico garantisce un'ottima capacità drenante ed è ideale per evitare dannosi ristagni di acqua che potrebbero far marcire le radici della Biancolella.

Il resto del lavoro lo fa il mare che ne lambisce le coste, la sabbia dei litorali, le ripide falesie e un clima mediterraneo dove gli inverni miti lasciano la scena a mesi estivi caldi con basse escursioni termiche.

 

Caratteristiche ampelografiche dell'uva

Il Biancolella ha una foglia media, caratterizzata dalla presenza di tre o cinque lobi. Il grappolo non è molto grande, e si presenta con una gradevole forma cilindrica e con acini verde paglierino ricoperti da una sottile pruina sulla buccia. Sferici e di media grandezza, sono abbastanza resistenti alle malattie tipiche della vite. Unica eccezione la peronospora, la temibile infezione della vite causata dal fungo Plasmopara viticola.

 

Vinificazione del Biancolella

Generalmente allevato a guyot, il Biancolella viene raccolto nei mesi di settembre e ottobre. La sua natura versatile ed eclettica gli permette sia di essere vinificato in purezza, quale unico ed energico vitigno protagonista di vini superlativi, sia in assemblaggio con altre varietà, entrando così a far parte di numerose denominazioni campane come, ad esempio, la Campi Flegrei DOC o il Capri DOC.

In cantina segue il percorso della tradizionale vinificazione in bianco. Dopo una prima fermentazione condotta in vasche di cemento, l'affinamento del mosto si svolge nell'acciaio. La sterilità di questo metallo infatti è l'ideale per preservare ed esaltare il profumo e il sapore tipici dell'uva. Grazie a questo passaggio, i vini che ne derivano mantengono inalterate quelle caratteristiche di salinità e freschezza che ne costituiscono il tratto distintivo.

 

Caratteristiche organolettiche del vino

Il Biancolella regala vini che seducono lo sguardo con un allegro e vivace giallo paglierino in cui scorrono delle piacevoli sfumature verdi. Il bouquet fruttato è un'esplosione di agrumi, erbe aromatiche mediterranee e frutti maturi a polpa gialla. A sorpresa emerge un aroma delicato di fiori bianchi e miele.

In bocca accarezza il palato con le tipiche note iodate e minerali che rivelano una freschezza piacevole e una beva facile e scorrevole. Il retrogusto è leggermente mandorlato. È ideale da abbinare a piatti di mare e taglieri di formaggi freschi.

 

Curiosità

Luchino Visconti, indimenticabile regista italiano, aveva una passione smodata per il Biancolella e l'isola di Ischia. Pare che nella Colombaia, la villa che acquistò a Forìo d'Ischia, iniziò al "culto" di questo vitigno la maggior parte degli attori e registi italiani dell'epoca.