Vini Rossi

Amarone, il pregiato vino passito di Verona

di Winepoint Staff 12/03/2018
Amarone, il pregiato vino passito di Verona Amarone, il pregiato vino passito di Verona

L’Amarone è il più pregiato dei vini veronesi e uno dei più importanti rossi italiani. Si caratterizza per un colore rosso scuro che invecchiando tende al granato. Profuma di frutta passita, spezie e tabacco. Il sapore è secco, complesso, caldo, pieno e vigoroso. L’Amarone ha una personalità forte e una grande longevità: può arrivare ai 20 anni di conservazione. La commercializzazione è abbastanza recente e risale al secondo dopoguerra, precisamente al 1953. Pochi anni dopo, nel 1968, l’Amarone ha ottenuto il riconoscimento DOC, nel 2010 la DOCG. La sua peculiarità sta nel fatto che rappresenterà sempre una piccola percentuale del panorama vitivinicolo della Valpolicella perché viene prodotto con uve di altissima qualità e in maniera quasi artigianale. Per l'Amarone e il Recioto della Valpolicella è stabilita la messa a riposo di un quantitativo d'uve mai superiore alle 7,8 tonnellate per ettaro.

Amarone, le origini

L’Amarone nasce dall’antichissimo Recioto, un vino vellutato e dolce. C’è una lettera del IV secolo d.C. in cui Cassiodoro, ministro del Re dei Visogoti Teodorico descrive un vino ottenuto attraverso una particolare tecinica di appassimento delle uve nella zona della Valpolicella il cui nome deriverebbe dal latino "Vallis-polis-cellae" cioè Valli dalle molte cantine.

La storia dell’Amarone è affascinante. Un tempo in Valpolicella era prodotto solo il Recioto, ma con il mutare delle stagioni, le uve diedero vita ad un vino decisamente più secco e amaro rispetto all’originario. Questo nuovo tipo di Recioto incontrò subito il favore dei palati più raffinati e prese il nome dalla sua vena amarognola. In verità, ci sarebbe anche una leggenda intorno al nome Amarone. Pare che nel 1936, Adelino Lucchese, capocantina della Cantina Sociale Valpolicella, abbia coniato il termine dopo aver bevuto un sorso di vino da una botte di Recioto abbandonata in cantina. Tra la fine di settembre e gli inizi d’ottobre si raccolgono le uve, ma solo quelle perfettamente sane e mature in modo che possano superare la cruciale fase dell'appassimento. L’uva viene disposta in un unico strato sui graticci dette "arelle" per impedire che si schiacci e viene lasciata in un luogo asciutto e aerato per almeno 3-4 mesi. In questo periodo, l’uva perde la metà del peso e con l’evaporazione dell’acqua i vignaioli raggiungono la il 25-30% degli zuccheri cioè la concentrazione desiderata. L’Amarone segue un ferreo disciplinare modificato l’ultima volta nel 2011. L’uvaggio deve essere composto da uve Corvina dal 45 al 95% (sostituibile da uva corvinona al massimo per il 50%) e Rondinella dal 5 al 30%. Sono ammessi i vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati per la provincia di Verona fino a un massimo del 15% e quelli rossi classificati autoctoni italiani in base alla legge n. 82/06 della Provincia di Verona per l'eventuale 10% restante. In origine, il taglio era diverso: Corvina (40-70%), Rondinella (20-40%) e Molinara (5-25%). L'affinamento avviene in botti di legno, da quelle grandi di rovere di Slovenia a quelle piccole di rovere francese che velocizzano il processo di maturazione.

Amarone, il vino passito famoso nel mondo

L’Amarone è un vino elegante che deve essere realizzato con cura e pazienza. Solo in questo modo potrai assaggiare un vino assolutamente unico e inimitabile. Lo riconosci dal colore rosso intenso e brillante. Il suo profumo è inebriante grazie alla ciliegia, al ribes, al cioccolato e alle spezie. L’Amarone ti conquisterà al primo assaggio: è strutturato e corposo, ma al tempo stesso morbido, elegante ed equilibrato. A differenza di altri vini rossi italiani di alta qualità, i suoi tannini sono rotondi e piacevolmente lunghi. Questo vino è tra i preferiti degli intenditori di tutto il mondo per il carattere spiccato. Inoltre, nelle uve destinate ad assemblare questo vino superbo si sviluppa il resveratrolo, una sostanza in grado di contribuire a mantenere pulite le arterie e ridurre il rischio d'arteriosclerosi e d'infarto come dimostrato da numerose ricerche in campo medico scientifico. Una curiosità di carattere cinematografico: nel romanzo "Il silenzio degli Innocenti" di Thomas Harris, il dottor Hannibal Lecter racconta di aver compiuto l'atto di cannibalismo con un buon bicchiere di Amarone e non di Chianti come riportato nella trasposizione cinematografica. Il regista decise di cambiare il tipo di vino temendo che il pubblico non capisse che si trattava di un sofisticato vino di provenienza italiana.