Articoli del Sommelier Valerio Sisti

2017 in vino

di Valerio Sisti 04/01/2018
2017 in vino 2017 in vino

Senza aver la pretesa di fare un bilancio enoico dell’anno che si chiude, solo per elencare qualche dato e ragionarci sopra, ecco un po' di cifre che varie fonti autorevoli hanno pubblicato in questi giorni.
L’export di vino italiano è in aumento, forse come nessun altro settore quello enologico è un comparto che vende, soprattutto all’estero. Il vino italiano piace! In questa statistica fa la parte del leone, e trascina tutto il comparto, il Prosecco. La bollicina italiana più conosciuta all’estero veleggia a gonfie vele verso molti mercati internazionali. Di contro va segnalato che per molte denominazioni le cose non vanno così bene, seppur l’export rappresenti una voce di bilancio sempre più importante per sempre più aziende.
Durante queste feste le vendite di vino sono aumentate, si parla di un 20% circa in più, la voce grossa in questo caso l’hanno fatta BrunelloBaroloAmarone. Guarda caso i “brand” a bacca rossa più conosciuti.
Bene anche le bolle ovviamente, un dato rintracciabile online parla di 64 milioni di bottiglie di spumante vendute a Natale, segno positivo sia in generale, 16%, sia per l’export 11%.
Sotheby’s chiude il 2017 con un anno oltre le aspettative: + 64% rispetto le previsioni, per 14 mila lotti venduti e un fatturato mondiale che si aggira intorno ai 64 milioni di dollari (solo vino).
Anche Bolaffi in Italia guarda con favore al comparto vino, che seppur ancora limitato, nelle aste lascia praticamente mai un lotto invenduto, al di là dei meri numeri anche questo è un segnale importante.


Se si parla di soldi la notizia dell’anno è forse la quotazione del Monfortino 2010, che parrebbe raggiungere i mille euro appena uscito sul mercato, un record.
Un articolo sulla vendemmia 2017 lo avevo già scritto, proprio durante il periodo vendemmiale, allora i dati disponibili erano quelli delle stime effettuate nel mese di agosto, ora a vendemmia conclusa possiamo confermare un 20% circa di produzione in meno e una qualità che, seppur a macchia di leopardo, comunque raggiunge buoni livelli medi, in alcuni casi anche eccellenti.
A fronte di tutte queste notizie positive è corretto citarne alcune meno piacevoli, forse le due principali sono: il gap di prezzo che ancora scontiamo rispetto ai cugini francesi, fattore economico critico per i produttori, ma tutto sommato comodo a noi consumatori, che spendiamo meno per ottimi vini; secondo fattore negativo la difficoltà per molti produttori di raggiungere mercati stranieri. Difatti, nonostante gli ottimi dati che l’annata 2017 ci fornisce, ancora lunga è la strada per raggiungere massicciamente mercati importanti come ad esempio la Cina. Ma questo è un discorso lungo, lo faremo magari un’altra volta.
Per ora brindiamo al 2018 con dell’ottimo vino italiano.
Cin Cin.

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